giovedì 7 maggio 2009

RECENSIONE Conferenza “Revisionismo” di Pietro Cappellari (1.05.09)

La prima conferenza, tenuta dal Dott. Pietro Cappellari, porta l’attenzione su di un argomento poco conosciuto ma di sicuro interesse e perfettamente in linea con lo spirito del Campo. Si parla di “Revisionismo: tecnica e indagine della ricerca storica”. Cappellari, noto esperto ricercatore storico e appassionato della storia della Repubblica Sociale Italiana, inizia il suo intervento sottolineando come la conoscenza della storia, della “nostra” storia sia elemento imprescindibile per combattere la battaglia a cui oggi siamo chiamati. La mistificazione moderna degli eventi del passato è, infatti, una potente arma nelle mani del nemico, che la sfrutta per indottrinare le masse sin dall’educazione scolastica.
Cappellari passa subito ad analizzare il suo metodo di ricerca, fatto di passione, curiosità ma soprattutto coscienza: riportare in vita la verità su determinati episodi della storia è un dovere nei confronti di chi ha donato la vita per l’Idea e un atto di testimonianza per coloro che verranno. Così l’astuzia del ricercatore, la sua intuizione e la sua formazione gli permettono di sfruttare canali poco conosciuti e arrivare spesso a delle scoperte assai poco prospettabili.
Come, ad esempio, la verità sulla rappresaglia di Leonessa (Rieti) dove vi è una targa dedicata a presunti partigiani che si sono poi rivelati essere nella loro vita tutt’altro che tali. Una scoperta scomoda, che metterebbe in crisi numerose coscienze, sempre pronte a ribadirsi dalla “parte della libertà”. Ma, sappiamo bene che la vera Libertà viaggia insieme alla Verità. E questo è solo uno dei risultati delle ricerche di questi “ricercatori non conformi”.
Al revisionismo oggi è data volutamente una volgare connotazione negativa, quando invece costituisce un legittimo e scientifico metodo di ricerca – come sottolinea Cappellari – che nasconde molte insidie poiché si combatte contro luoghi comuni e “verità manipolate”. Ciò rende difficile il compito ma, l’esperienza acquisita sul campo educa il ricercatore, gli fornisce un metodo e lo rende un fondamentale strumento per conoscere la verità, oggi che la guerra non si combatte in una trincea ma sui banchi di scuola, nelle piazze, nei media.
La conclusione di Cappellari su questo interessante argomento – ancora così poco conosciuto – impegna tutti noi ad un’opera personale che si dimostra imprescindibile: studiare la storia e ciò che è stato, non accettare le verità ufficiali ma combattere la menzogna e le falsità. Perché tutti noi un giorno potremo ritrovarci davanti a chi ci sbandiera una presunta realtà storica di cui conosciamo l’infondatezza. A quel punto noi, da militanti che si richiamano agli eterni valori della Tradizione, dovremo essere pronti a ribadire la Giustizia e la Verità: e questa sarà possibile solo avendo interiorizzato una storia che ci appartiene. Acquisire dunque una conoscenza “aristocratica” della storia e non ridursi ad essere gli ennesimi subumani lobotomizzati che il mondo moderno della menzogna ha plasmato: questa la nostra missione!

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