sabato 29 maggio 2010

Novità editoriale



DA VENERDI 28 MAGGIO STORIA DEL NOVECENTO SARÀ DI NUOVO IN EDICOLA.


Il numero di maggio 2010, completamente rinnovato nell’impaginazione e nei contenuti, tratterà i seguenti argomenti:
Una delle bugie del XX secolo:
“1936: Hitler si è rifiutato di stringere la mano a Owens!”
Un prete con le stellette
Padre Luciano Usai
Un “libro-verita’” sullo sbarco di Nettunia
Il nuovo lavoro di Pietro Cappellari è a disposizione degli studiosi della Seconda Guerra mondiale
Un muro d’acciaio chiamato
“Hermann Göring”

La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale nelle guerre italiane

Un paese distrutto dai “liberatori“ americani per esigenze cinematografiche
Un crimine Alleato rimasto impunito
I caccia bi-fusoliera prodotti dall'industria italiana per la Regia Aeronautica
Morte di un uomo d’arme e di conoscenza
Pio Filippani Ronconi
Dal Transvaal ai monti dell’Irpinia
Ricostruita la tragica storia di un pilota della RAF sepolto a Salerno.
Al fine di agevolare e razionalizzare la distribuzione, si invitano, comunque, i lettori ad abbonarsi.

Dodici numeri, Euro 75.

Ad ogni nuovo abbonato, sarà fatto omaggio di uno dei volumi stampati dalla casa editrice MA.RO..

mercoledì 26 maggio 2010

Presentazione editoriale

SALA DEI SIGILLI – FORTE SANGALLO

NETTUNO

La S.V. è invitata

sabato 29 maggio 2010 alle ore 18:00

alla presentazione del libro

LO SBARCO DI NETTUNIA E LA BATTAGlIA PER ROMA

22 GENNAIO –- 4 GIUGNO 1944

di Pietro Cappellari

Introdurrà Marco Silvestri con il brano “11 marzo 1944”

Interverranno:

Prof. Alberto Sulpizi – storico del territorio nettunese

Dott. Marcello Armocida – sociologo

Dott. Pietro Cappellari – ricercatore Fondazione della RSI

Organizzazione:

ares753@tele2.it

cell. 339.33.28.550

Gruppo Facebook: http://www.facebook.com/?sk=events#!/event.php?eid=111816142162832

Pag. 570 (formato 17x24) – Euro 30

NULLA SARA COME PRIMA

QUELLO CHE A SCUOLA I VOSTRI PROFESSORI NON VI HANNO MAI DETTO

QUELLO CHE I VOSTRI POLITICI HANNO SEMPRE NEGATO

martedì 18 maggio 2010

Campo della Memoria

Riceviamo e pubblichiamo:


Il giorno 25 aprile, come da dodici anni a questa parte, siamo andati ad onorare i nostri caduti sul fronte di Anzio Nettuno, alla cerimonia hanno partecipato circa 800 persone tra cui moltissimi giovani.

La cerimonia è iniziata con il corteo di labari e bandiere, accompagnati dalle note dell’inno della X^, e la deposizione di una corona del Sen. Giuseppe Ciarrapico ed un cuscino di fiori della Città di Anzio rappresentata dal sindaco Bruschini in fascia tricolore accompagnato dal Sen. Candido De Angelis.

Il Vice Presidente vicario dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS – RSI, Marò Amelio Boreani ha portato il saluto del Presidente Com. Ilariucci.

Dopo la S. Messa celebrata dal Cappellano dell’Ass. Campo della Memoria Don Fausto Buzi, della Fraternità San Pio X con rito latino, hanno preso la parola la Contessa Anna Teodorani, che ha ricordato commossa la figura e l’opera della nostra Raffaella Duelli, il Conte Fernando Crociani Baglioni con un partecipato intervento ha ripercorso i passaggi fondamentali della vita del Com. Bartolo Gallitto, tra la folla erano presenti i familiari dei fondatori del Campo.

Ha poi preso la parola Roberto Rosseti, vice direttore del Tg1, con un accorato discorso ha illuminato, attualizzandolo, il “nostro” 25 aprile, concludendo con un commosso saluto al padre, prigioniero non cooperatore e al milite della RSI, recentemente scomparso, Raimondo Vianello.

Ha concluso il Prof. Augusto Sinagra, consigliere della nostra Associazione, illustrando con la consueta arte oratoria l’attualità dei nostri ideali.

Numerosi erano i familiari dei combattenti della X, tra i quali Fiorella Cencetti, figlia del Comandante del Barbarigo e Claudio Tedeschi, figlio del Marò Mario del Barbarigo.

Conclusa con il rituale “Presente !” la cerimonia al Campo, ci siamo recati al Cippo di Campoverde, dove la figlia del milite Duino Colantoni ha ricordato la figura del padre che eresse il cippo nei primi anni 50, ha concluso Teodoro Buontempo ricordando l’imponente opera di bonifica dell’Agro Pontino teatro degli scontri contro l’invasore angloamericano.

ASSOCIAZIONE CAMPO DELLA MEMORIA

Alberto Indri

lunedì 17 maggio 2010

La ragazza della Decima

Riceviamo e pubblichiamo:

Giovedì 20 Maggio alle ore 18.00 Località Lazzaretto Via Dei Navigatori SNC Cagliari verrà presentato il libro "La ragazza della Decima" di Pasca Piredda, pubblichiamo di seguito una breve recensione:

Segretaria “rapita” al ministro della Cultura Popolare
Mezzasoma, prima ed unica donna militarizzata della
famosa “Decima Flottiglia Mas”, scampata all’ultimo
istante alla fucilazione grazie all’intervento di un
comandante partigiano: questi tre episodi bastano ad
incuriosire e a farci desiderare di conoscere gli anni giovanili
ed avventurosi della vita di Pasca Piredda.
Questa gentile signora di Nuoro ha raccontato, con le
sue esperienze fuori dal comune, uno spaccato degli
ultimi anni della seconda guerra mondiale in Italia e
della tormenta della guerra civile che la concluse.
Inquadrata nella Decima come sottotenente di vascello,
non si limitava a sfornare articoli e manifesti.
Partecipava attivamente alle azioni sul territorio: viaggi
verso la Venezia Giulia (dove il principe Junio Valerio
Borghese, in pieno accordo con i partigiani non di sinistra
della Osoppo e con gli agenti del Sud, organizzava
la resistenza contro il IX Corpus di Tito), scontri a
fuoco, incontri con gli agenti di De Courten.
Catturata dai partigiani dopo il 25 aprile a Milano, fu
strappata al plotone d’esecuzione per l’intervento del
“capitano Neri”, l’uomo che aveva avuto un ruolo
determinante nella fine di Mussolini.
Mussolini e Claretta furono uccisi il 28 aprile 1945. E
sarà soppresso anche “Neri” per ordine del Pci.
Quanto a Pasca, diventata nel frattempo mamma,
nonna e bisnonna, non cambiò mai idea. Della Decima
ieri, della Decima per sempre.

CAPPELLARI E LO SBARCO DI NETTUNIA


Daniele Lembo intervista il ricercatore di frontiera della Fondazione RSI


La curiosità ci ha spinto a recarci nello studio del Dott. Pietro Cappellari di Nettuno, ricercatore della Fondazione della RSI – Istituto Storico, che con i suoi lavori ha acceso un vivo dibattito storiografico sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, della Repubblica Sociale Italiana. Entriamo in una stanza con centinaia di libri e documenti accatastati come in un bunker, la scrivania dello studio sembra una postazione di lancio per i missili Shahab-3, sul tavolo una cartina militare di Fiume e dell’Istria, sempre aperta.

D.L.: Dopo il tuo ultimo libro, verrebbe da dire: ancora Cappellari?

P.C: Effettivamente, dopo l’uscita de “I Legionari di Nettu

nia”, molti ad Anzio e Nettuno avrebbero preferito che tacessi per sempre. Troppi miti erano stati sfatati in un colpo solo. Il sacrificio dei ragazzi di Nettunia per la Patria ha fatto arrossire non pochi che per decenni avevano occultato tutto ciò e vivevano di rendita sfruttando l’odio antifascista. Quando è uscito il mio nuovo studio, “Lo sbarco di Nettunia e la battaglia per Roma”, è come se avessero incassato un nuovo duro colpo. La disperazione si è trasformata in isteria.

D.L.: Quali sono le novità storiografiche che hai lanciato nel dibattito culturale con “Lo sbarco di Nettunia”?

P.C.: Essenzialmente la visione nazionale della storia in q

uestione. Abbiamo sempre assistito a un allineamento completo della cultura marxista o cattolica a una visione angloamericana dei fatti storici. In poche parole, si è assorbita come realtà storica di fatto la propaganda statunitense. Questo lavoro rifiuta questo “assorbimento”, ponendo al centro la ricerca scientifica e l’analisi dei documenti, senza badare al politicamente corretto, alla mitologia dei “liberatori”. Per me hanno contato solamente i fatti. Nessuna censura in omaggio agli Alleati. Questo lavoro riporta al centro della storia l’Italia, soprattutto quegli Italiani che non piegarono il capo, né salirono sul carro dei vincitori. Si tratta di una storia negata, che non è mai stata scritta. Ebbene, io ci ho provato.

D.L.: Uno studio di ben 570 pagine, un lavoro monumentale. Leggo dall’indice: “La fandonia di Angelita” e “Il martirio di Giulia Tartaglia”…

P.C.: Sì, una grande soddisfazione che ripaga di tanti sacrifici. Non esiste una ricerca sul campo sullo sbarco di Nettunia che abbia raggiunto tale “spessore”. Ho inquadrato le operazioni militari nei “giochi” della politica internazionale, arrivando a porre i riflettori anche su episodi di cronaca locale sfruttati dalla propaganda antifascista e anti-italiana o occultati in omaggio ai “liberatori”. Angelita

e Tartaglia sono due storie simbolo. La prima, che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro, non è mai esistita e rappresenta la caratteristica più evidente della vulgata: la falsità. La seconda, purtroppo, è esistita veramente e su di lei è scesa una cappa di silenzio e di omertà che disgusta. Tartaglia, infatti, venne stuprata e sventrata con un coltellaccio da un soldato afroamericano. La sua storia venne sepolta insieme a lei, perché nella costruzione del mito dei “liberatori”, di questo episodio – come di tanti altri – non si doveva assolutamente parlare.

D.L.: Della Resistenza, cosa ci dici?

P.C.: Ho evidenziato l’assenza della Resistenza nelle province di Roma, Littoria e Frosinone e analizzato alla luce dei documenti i “legittimi atti di guerra” che si verificarono nella Capitale a opera dei GAP in concomitanza con le operazioni di sbarco. Anche in questo caso si è cercato di riportare il tutto alla realtà dei fatti, smentendo i dati che parlano delle “pesanti perdite” inflitte ai Germanici e dando un volto e un nome ai fascisti – quasi tutti giovani volontari di guerra – o ai civili caduti durante gli attentati dei comunisti, di cui uno anche in una sede dell’Opera Nazionale Balilla dove erano in coda per prendere un sussidio vedove e orfani di guerra…

D.L.: Quali sono le “scoperte” che hanno destato l’interesse degli studiosi?

P.C.: Beh, diciamo, il libro è tutta una scoperta. Pagina dopo pagina, il lettore è messo in discussione, anche duramente, viene coinvolto in prima persona. 570 pagine di intensa riflessione su una storia mai scritta. Tuttavia, tra i numerosi episodi che una certa storiografia ha occultato, particolare interesse hanno provocato in

me due fatti: la sconfitta dei Rangers a Cisterna di Littoria del 30 gennaio ’44 e la straordinaria esperienza dei cecchini fascisti romani. Infatti, per decenni si è voluto far credere che i Rangers avevano combattuto una delle più epiche battaglie della storia, sacrificandosi tutti sul campo, mitra nelle mani. La realtà è che, subito circondati, deposero tutti le armi, una resa di massa – questa sì – unica nella storia. Anche gli Ufficiali statunitensi, che erano stati incitati a sparare sui propri uomini per non farli arrendere, gettarono le armi. Il secondo fatto di una novità clamorosa riguarda l’epopea dei cecchini fascisti romani che per tre giorni, dal 4 al 6 giugno 1944, diedero filo da torcere alle truppe americane che stavano occupando la Capitale. Anche questa è una storia che non è mai stata scritta e sono orgoglioso di essere stato il primo a raccontarla.

D.L.: Noto una importante “appendice” al libro…

P.C.: Certamente, ho curato anche degli aspetti correlati al

lo sbarco di Nettunia, come

la storia del Campo della Memoria – che raccoglie i resti di quei giovani italiani che combatterono su queste terre – o la storia degli incidenti di Nettuno del 28 maggio 1989, quando – fatto unico nella storia d’Europa – il corteo presidenziale americano venne interrotto da una manifestazione di neofascisti. Si tratta della prima ricostruzione di quell’evento e molto interessante è andare a rileggere cosa scrisse, ad esempio, Gianni Alemanno – oggi Sindaco di Roma – all’indomani di quegli incidenti…

D.L.: Sei un “dissacratore”, hai demolito dalle fondamenta il mito dei “liberatori”. Cosa c’è d’aspettarsi in futuro?

P.C.: Sì, esatto. Bisogna sempre guardare con sospetto chi “sacralizza” un fatto storico. E’ come se volesse impacchettarlo, nasconderlo alla vista di tutti, “venderlo” per garantirsi una rendita a cui non ha diritto. Tutto coloro che parlano di “liberatori”, politicizzano la storia,

impacchettandola secondo la propria visione del mondo. Qualcosa di scorretto che, purtroppo, è entrato anche nelle scuole. Quanti giovani escono plagiati da storielle raccontate da chi ha un interesse politico a dividere i contendenti di un conflitto mondiale in “bene assoluto” e “male assoluto”? Con i miei lavori ho prima dimostrato che la Repubblica Sociale Italiana fu uno Stato che attirò il fior fiore della gioventù di Anzio e Nettuno, poi ho demolito il mito dello sbarco alleato in delle città che di quel mito si sono alimentate per decenni, adesso…

D.L.: Adesso?

P.C.: Il colpo finale. Chiuderò i conti con la propaganda antifascista e anti-italiana. A settembre uscirà un mio nuovo libro sulla storia del Comune di Nettunia. Ricostruirò nei dettagli cosa avvenne dopo l’8 settembre 1943 ad Anzio e Nettuno e i locali antifascisti scopriranno che per sessant’anni hanno portat

o dei fiori… alle Camicie Nere!

D.L.: Bene, ci sarà da ridere!

P.C.: O da piangere… dipende dai punti di vista!

Daniele Lembo

mercoledì 12 maggio 2010

In memoriam

Riceviamo e pubblichiamo:

Ieri è venuto a mancare Luigi Papo de Montona, un esempio per tutti gli istriani, per attivismo, dedizione e coraggio, qualità che ha sempre dedicato alla sua terra natìa…

Tra i massimi esperti delle questioni istriane, a Papo de Montona ci lega il suo esempio e la sua passione nel lavoro svolto, che noi di Raido abbiamo potuto apprezzare personalmente nelle collaborazioni e nelle attività svolte insieme in questi anni.

Il nostro pensiero lo accompagna da Roma alla bella Montona, che oggi sorride aspettando il suo ritorno…

Luigi Papo de Montona ha dedicato parte della sua esistenza per mettere insieme un’opera straordinaria, “L’albo d’oro” Albo nel quale ha raccolto senza senza distinzione di appartenenza politica o altro i nomi, non solo dei giuliano dalmati che ovunque sono caduti durante la seconda guerra mondiale, ma anche di coloro che pur provenendo da altre regioni hanno sacrificato la loro vita sul o/e per il territorio della Venezia Giulia e della Dalmazia.

A NETTUNO RICORDATI I COMBATTENTI DELLA RSI

Riceviamo e pubblichiamo:


Nel tradizionale “giorno del guerriero” l’omaggio al Campo della Memoria

Domenica 9 maggio 2010, una delegazione de La Destra guidata dal Cav. Uff. Maurizio Brugiatelli, Fiorella Cencetti – figlia di un eroico Ufficiale della Decima MAS – e Sandro Zotti, si è recata al Campo della Memoria di Nettuno nella ricorrenza del “giorno del guerriero”, una ricorrenza che tende ad esaltare il sacrificio per la Patria offerto dai combattenti della Repubblica Sociale Italiana.

Il giorno non è stato scelto a caso: 9 maggio. E’ un periodo che racchiude date importanti: il 2 maggio 1945, la fine della guerra in Italia; l’8 maggio 1945, la fine del conflitto in Europa e, non ultimo, il 9 maggio 1936, la proclamazione dell’Impero.

La delegazione ha scelto proprio questo giorno, al di fuori delle date canoniche, quelle di massa per intenderci, per “stringersi” intorno all’albero di ciliegio piantato proprio l’anno scorso su iniziativa della Fondazione della RSI – Istituto Storico di Terranuova Bracciolini (AR).

Il ciliegio, secondo la tradizione orientale, è l’albero sacro ai guerrieri samurai. E proprio qui ha trovato dimora un piccolo arbusto di ciliegio, nel campo che ricorda gli ultimi guerrieri italiani: quelli della Repubblica Sociale Italiana.

Altri ne saranno piantati nei mesi futuri, in ogni luogo ove riposa un combattente della RSI. Un modo per rivendicare il sacrificio mistico dei soldati dell’onore. In progetto il coinvolgimento delle scuole, per sottrarre gli alunni ai periodi plagi che vengono imposti da una casta di professori, generata dal ’68 e dalla teoria dell’egemonia culturale di Gramsci, a cui deve essere data una risposta culturale e nazionale.

Brugiatelli, dopo il canonico minuto di raccoglimento, ha ricordato «che in Italia ci sono ancora persone che parlano di odio. L’odio antifascista. La disperazione di questi ultimi sopravvissuti di un’epoca scomparsa si è ormai trasformata in vero e proprio delirio. Ciò ci rattrista. In questo campo, invece, dove regna la pace e la serenità, noi veniamo per stringerci insieme a chi ci ha preceduto sulla strada dell’onore. Qui vive l’amore per la nostra terra, la Patria, che mai nessuno potrà cancellare in nome di astratti principi in cui neanche loro credono. Un giorno ci sarà ancora bisogno di anime pure, che nel disinteresse più totale faranno la “riconquista”. Quel giorno vedremo il tricolore italiano innalzarsi sopra le macerie di un’Italia distrutta e vilipesa da una classe politica corrotta e corruttrice. Quel giorno, saremo noi a fare quadrato intorno alla bandiera della rinata Nazione italiana».

Al termine del breve incontro, Bruno Sacchi ha letto una poesia di Gabriele d’Annunzio, il poeta-armato, commuovendo i presenti con le dolci parole che rivendicavano l’italianità dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume, terre irredente, dove un giorno tornerà sventolare il tricolore. Quel giorno, liberata la storia dalle infami falsità della vulgata antifascista e anti-italiana, ci ritroveremo uniti in un sol popolo. Senza più odio, senza più fazioni.

Pietro Cappellari

Ricercatore della Fondazione RSI

In memoriam

Riceviamo e pubblichiamo:

MUORE UN GRANDE TESTIMONE DELLE FOIBE. GRAZIANO UDOVISI E' VENUTO A MANCARE:


Si ringrazia L'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per la notizia del decesso:
http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=8574&Itemid=111

Oggi, lunedi 10 maggio 2010, e' venuto a mancare Graziano Udovisi, grande testimone delle Foibe

E' mancato a Reggio Emilia, dove risiedeva, Graziano Udovisi, unico sopravvissuto agli eccidi delle Foibe, dei quali ha dato testimonianza tutta la vita.

Era nato a Pola il 6 luglio 1925 da Francesco e Anna Seskar.

Graziano Udovisi nel 1943 è un giovane diplomato di Pola, importante base navale italiana in Istria. Dopo lo sbando generale conseguente all'armistizio dell'8 settembre, all'età di 18 anni, decide di arruolarsi insieme ad altri giovani suoi coetanei, nella Milizia territoriale, per difendere Pola dagli attacchi dei comunisti iugoslavi del maresciallo Tito. Terminata la guerra si presenta al comando di zona, tenuto dai partigiani titini e italiani. Trattenuto, subisce torture di ogni genere per alcuni giorni, poi viene infoibato insieme ad altri sventurati. Da quella voragine, riesce miracolosamente a risalire. Ricorda come la fede gli abbia fatto forza permettendogli di uscire vivo da quell'inferno.

Processato dagli italiani presso il Tribunale di Trieste (Trieste era sottoposta al Governo Militare Alleato) per “collaborazionismo col tedesco invasore”, si oppone dichiarando di aver difeso il suolo italiano dallo slavo invasore. Il Tribunale non crede al suo calvario, disconoscendo le foibe, e lo imprigiona prima a Padova, poi a Venezia, Udine, Gorizia, Trieste e Civitavecchia, dove viene liberato nel 1947.

Insegnante elementare, nel dopoguerra insegna nel mantovano (Concoro, Gonzaga) e poi nel reggiano (Novellara, Rubiera).

Nel 2005, nel corso di una commovente cerimonia, ha ricevuto a Sanremo uno speciale "Oscar TV" collegato alla fiction Rai "Il cuore nel pozzo", incentrata proprio sul dramma delle foibe.

Tempo fa' dedicai una recensione che parlava della sua storia:
http://libridecimarsi.blogspot.com/2010/02/novita-editoriale-1_20.html

Addio Graziano...grazie per aver tramandato l'orrore delle foibe fino ai giorni nostri.

lunedì 10 maggio 2010

Novità editoriale

Riceviamo e pubblichiamo:

Con il suo libro Vincenzo Di Michele, basato sul diario del padre alpino sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale, ha consegnato alla memoria collettiva una pagina di storia . “Io, prigioniero in Russia”, - oltre 50.000 copie e vincitore di premi alla memoria storica e alla Cultura alpina - sarà in edicola dal 28 Aprile a tutto Maggio , in tutte le edicole di Mialno , saronno e zonale . Dal cuore della provincia abruzzese, ha inizio il viaggio del giovane alpino che nel 1942, unite le proprie sorti a quelle dell’Armir, attraversa l’Europa portandosi nella mente le promesse di gloria e il timore dell’ignoto, amplificato da una strana profezia che lo accompagnerà lungo tutta la vita.
Ed infatti, nel 1942, all’età di venti anni, un giovane ragazzo Abruzzese di Intermesoli frazione di Pietracamela (TE), piccolo Paese situato alle pendici del Gran Sasso, viene sradicato dalle sue terre e mandato a combattere in Russia a ridosso del Fiume Don.
Impiegato sul fronte di Prima Linea, si scontra immediatamente con la dura realtà di cruente e sofferte battaglie. A seguito di una imponente e travolgente offensiva Sovietica diventa loro prigioniero.
Trasferito ai Campi di concentramento, la prigionia mostrò da subito la sua crudele accoglienza con quelle spietate marce del Davai, dove riuscì a sopravvivere, grazie all’encomiabile senso di umanità delle mamme Russe che camminando insieme ai prigionieri, porgevano loro il cibo e da bere nonostante le imprecazioni dei figli in divisa della loro stessa Nazione.
Dal Campo di Concentramento di Tambov, all’Ospedale di Bravoja, fino ai Campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhstan, è riassunta la sofferenza di questo giovane Alpino e di migliaia di altri prigionieri.
Infine dopo quasi quattro anni, il sofferto ritorno a casa

Il testo sarà presto disponibile presso la sede della Delegazione Romana Fandazione Istituto Storico RSI

65° anniversario della strage di Rovetta

Riceviamo e pubblichiamo:

Nella Ricorrenza del 65° anniversario dell’eccidio di Rovetta, sabato 22 e domenica 23 Maggio 2009 avrà luogo in Rovetta il XVIII Raduno Nazionale del Gruppo Reduci della 1^ Legione “M” Tagliamento, come segue:

Sabato 22 Maggio, ore 10

Incontro d’apertura presso l’Hotel “la Bussola” Viale Brescia 14 - Clusone (Bg) con il seguente programma:

- Presentazione del Raduno

- Assegnazione del premio della 5^ edizione del Riconoscimento Nazionale di Merito per Operati a favore dei Caduti della R.S.I.- Comunità Ideale

Interverranno :

Gianni Rebaudengo : Saluto del Presidente del Raggruppamento Naz. Reduci della R.S.I.

Stelvio Dal Piaz : Rovetta nella costellazione della Continuità Ideale

Giovanni Zanoletti : ricordo personale dei Caduti di Rovetta

Carlo Viale : Il valore della giusta Memoria

Maurizio Canosci : assegnazione Riconoscimento Nazionale 5^ edizione riconoscimento Nazionale di Merito per Operati a favore dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana

Sabato 22 Maggio, ore 16,30

Riunione commemorativa dei Caduti di Lovere, a Lovere, in riva al lago d’Iseo

Domenica 23 Maggio, ore 10,30

Celebrazione presso la Cappella del Cimitero di Rovetta di una Santa Messa in suffragio dei quarantatre Legionari Caduti

ANDRISANO Fernando, anni 22
AVERSA Antonio, anni 19
BALSAMO Vincenzo, anni 17
BANCI Carlo, anni 15
BETTINESCHI Fiorino, anni 18
BULGARELLI Alfredo, anni 18
CARSANIGA Bartolomeo Valerio, anni 21
CAVAGNA Carlo, anni 19
CRISTINI Fernando anni 21
DELL'ARMI Silvano, anni 16
DILSENI Bruno, anni 20
FERLAN Romano, anni 18
FONTANA Antonio, anni 20
FONTANA Vincenzo, anni 18
FORESTI Giuseppe, anni 18
FRAIA Bruno, anni 19
GALLOZZI Ferruccio, anni 19
GAROFALO Francesco, anni 19
GERRA Giovanni, anni 18
GIORGI Mario, anni 16
GRIPPAUDO Balilla, anni 20
LAGNA Franco, anni 17
MARINO Enrico, anni 20
MANCINI Giuseppe, anni 20
MARTINELLI Giovanni, anni 20
PANZANELLI Roberto, anni 22
PENNACCHIO Stefano, anni 18
PIELUCCI Mario, anni 17
PIOVATICCI Guido, anni 17
PIZZITUTTI Alfredo, anni 17
PORCARELLI Alvaro, anni 20
RAMPINI Vittorio, anni 19
RANDI Giuseppe, anni 18
RANDI Mario, anni 16
RASI Sergio, anni 17
SOLARI Ettore, anni 20
TAFFORELLI Bruno, anni 21
TERRANERA Italo, anni 19
UCCELLINI Pietro, anni 19
UMENA Luigi, anni 20
VILLA Carlo, anni 19
ZARELLI Aldo, anni 21
ZOLLI Franco, anni 16

VISITA IL SITO : www.comitatoonoranzecadutidirovetta.blogspot.com

domenica 9 maggio 2010

Secondo campo di formazione – 1 e 2 maggio 2010 - Istituto Storico della R.S.I.

Lo scorso fine settimana si è svolto, presso la sede della fondazione della Repubblica Sociale Italiana, il secondo campo di formazione. Questo campo, rivolto soprattutto ai giovani ma aperto a tutti, nasce con il desiderio innanzitutto di far conoscere un aspetto importante e spesso sottovalutato della storia del nostro Paese – l’esperienza della R.S.I – e più in generale di far avvicinare coloro che ne fossero interessati ad un universo di valori alternativi e contrastanti a quelli che regolano il mondo in cui viviamo oggi. Nell’ottica di non volersi limitare a riempirsi la bocca di qualche vuoto slogan e discorso di paternalistica morale, l’idea è quella di permettere ai partecipanti di entrare in contatto con testimonianze storiche e quando possibile con persone che quei suddetti valori li hanno vissuti ed applicati attivamente nella loro vita, in un determinato periodo storico che l’ha permesso. Per evitare però che tutto questo si fermi unicamente al piano intellettualistico, non c’è nulla di meglio di alternare lo studio e la formazione al lavoro vero e proprio, per contribuire con le proprie mani attivamente nella salvaguardia e nella manutenzione dello stabile dell’istituto, nel perfetto stile legionario.

Ma passiamo ai fatti veri e propri che hanno interessato questa due giorni di vita comunitaria:
“Lavoro, studio, formazione” recitava la locandina dell’evento, e tale è stato, con l’armonico collaborare delle delegazioni di alcune delle varie comunità militanti sparse sul territorio nazionale quali i ragazzi di Catanzaro e quelli di Casa d’Italia Colleverde (Roma) che vi hanno partecipato.
Dopo la sistemazione in loco, avvenuta perlopiù tra la sera del venerdì e la mattinata del sabato, già di primo mattino, e per tutta la giornata, si è proceduto con lavori vari di manutenzione, pulizia e rinnovamento dello stabile e del bosco adiacente nonché di riordino degli archivi della fondazione, contenenti un inestimabile patrimonio documentale e bibliografico riguardante prevalentemente i fatti storici che hanno interessato l’Europa nel periodo tra le due Guerre Mondiali. In serata ha avuto luogo una lunga conferenza tenuta da Maurizio Rossi, il quale ha esposto brillantemente il tema della Scuola di Mistica Fascista e dei suoi influssi sulla R.S.I., o meglio sui valori immortali e trascendenti che hanno animato queste esperienze e dei quali ogni giorno gli uomini del nostro schieramento sono chiamati a farsi testimoni e raccoglitori.
Nella mattina della domenica si è proseguito con i lavori, portando a termine ciò che era stato iniziato con sentita dedizione il giorno prima; è sempre una gioia mettersi a disposizione facendo proprio quello stile guerriero e impersonale di chi lavora senza curarsi del proprio tornaconto individuale, quel modus operandi di chi ancora può dirsi “uomo sopra le rovine”. La partecipazione a questo genere di eventi è oltremodo importante in quanto siamo noi l’ultima generazione in grado ancora di poter cogliere l’esempio diretto di quelle persone che in maniera audace ed eroica hanno saputo donarsi appieno ad una causa superiore, forse persa in partenza ma sicuramente l’unica degna di essere onorata in riferimento a quello specifico momento storico; oggi più che mai dobbiamo dimostrare di essere degni di poter ricevere il loro testimone.
In tarda mattinata i partecipanti hanno avuto modo di assistere ad un’altra interessante conferenza, riguardante questa volta la politica economica del Fascismo dal corporativismo alla socializzazione; relatrice Sonia Michelacci. Alla conferenza è seguito il rancio comunitario, che in un clima di piena convivialità ha posto fine a questo evento, che ha permesso a varie realtà anche molto differenti tra loro di entrate in contatto e collaborare ad un progetto comune. “Lavoro, studio, formazione”: una esperienza importante andava vissuta! Già confermato per il prossimo anno, il campo di formazione giovanile della Fondazione RSI, ci vedrà di nuovo protagonisti insieme a chi vorrà essere presente.

martedì 4 maggio 2010

Secondo campo di Formazione

Presso la sede della Fondazione Istituto Storico RSI, si è svolto nei giorni del primo e due maggio, il secondo campo di Formazione.
L'incontro ha visto partecipanti da tutta Italia, che hanno avuto la possibilità di conoscersi meglio, in due giorni di lavori manuali e conferenze formative.
La sede dell'isituto, un palazzetto di fine 800, è stato oggetto delle cure dei convenuti che hanno provveduto a ritinteggiare le persiane esterne, sistemare il materiale documentale presente e procedere ai lavori conservativi dei sotterranei.
Nel pomeriggio di Sabato Maurizio Rossi ha tenuto un incontro dal titolo: Dalla Scuola di Mistica alla RSI, mentre domenica si è tenuto l'intervento di Sonia Michelacci su: Dal Corporativismo alla Socializzazione.

sabato 1 maggio 2010

Secondo campo di Formazione

Si sta svolgendo, presso la sede della Fondazione Istituto storico della RSI a terranuova bacciolini il secondo campo di Formazione, che vede partecipanti realtà da tutta Italia, il video che vi presentiamo è tratto dalla conferenza svoltasi nel pomeriggio, tenuta da Maurizio Rossi dal titolo dalla scuola di mistica alla RSI.