Siamo lieti di segnalare l'ultimo libro di Giuliano Fiorani dal titolo:
Vite spezzate La guerra Civile COME - DOVE - QUANDO
Ministoria Documentata
Il volume sarò presto disponibile presso la sede della Delegazione Romana della fondazione Istituto storico RSI sita in Via Scirè 21/23 00189 Roma, per ordini contattarla allo 06/86217334
Vite spezzate La guerra Civile COME - DOVE - QUANDO
Ministoria Documentata
Il volume sarò presto disponibile presso la sede della Delegazione Romana della fondazione Istituto storico RSI sita in Via Scirè 21/23 00189 Roma, per ordini contattarla allo 06/86217334
Riportiamo di seguito un estratto dall'introduzione del libro:
" Ritengo che l'introduzione di questo lavoro, spetti all'autore che meglio ne conosce i limiti e le intenzioni. Chi leggerà fino alla fine questo libro, si accorgerà che questo non vuole essere come tutti gli altri, di storia e analisi politica: Il mio intento nel compilare queste pagine, che vi accingete a sfogliare, sono un'esposizione ragionata e documentata, sulla tragedia che ha colpito “Casa Nostra”, durante il periodo della guerra civile dal 1943 al 1945.
Ho voluto mettere assieme persone e fatti, con dati e documenti, una cronistoria per dimostrare come, quando e da chi è incominciata la guerra civile nel loverese (29-11- 1943). Come, quando e chi l'ha finita la guerra civile nel loverese (8-6-1945). Con le terribili conseguenze che hanno portato morti, divisioni, lutti e ancora morti a casa nostra.
Quanto affermo in questo mio lavoro, è controllabile, avendo consultato in prevalenza scritti di partigiani (Brasi, Berta, Brak, Archetti), di antifascisti (Operti, Verdina, Censi), documenti ufficiali e “Pagine di diario”. Piero Operti (noto antifascista) in una lettera aperta al Presidente della Repubblica, in un minuscolo ritaglio di verità storica “Melma e sangue”, scrive: “Dire che agli ultimi di novembre del 1943, in un incontro avvenuto al caffè della stazione di Monchiero tra Maurizio, capo della resistenza a fianco di Longo, e un generale dell'Esercito, allora capo delle forze clandestine armate del Piemonte per investitura del C.L.N. regionale, Maurizio, suggerendo al generale i criteri della lotta, gli disse che bisogna “fare del rumore” e spiegò che per rumore intendeva due cose: primo, ammazzare i fascisti e tedeschi isolati onde provocare ogni volta l'impiccagione di persone del luogo e quindi alimentare nella popolazione l'odio contro gli uni e gli altri; secondo, far saltare dei ponti senza preoccuparsi se interessassero o non le comunicazioni degli occupatori, ma allo scopo di provocare altre rappresaglie e di approfondire nel popolo il senso drammatico dell'ora vissuta anche dove non erano giunte le rovine dei bombardamenti”. Questo lavoro, è il frutto di una decisione personale, contro i falsi miti, contro le reticenze e contro le tante menzogne raccontate, dove i “Buoni” erano sempre da una parte, la loro; mentre i “Cattivi” sono tutti gli altri. Quanto vado a dimostrare modestamente, è l'altra faccia della storia: la Storia di “Casa nostra”. Per ricordare come iniziò la guerra civile nel loverese. Ricordare che inizia il 29 novembre 1943 con una dubbia azione partigiana, quella azione che i “BUONI” chiamano dimostrativa e di finanziamento, dove vengono ammazzati il Paolo Rosa e Giuseppe Cortesi. Quell'azione partigiana portò al rastrellamento del 7 dicembre 1943. In Val Supine, vengono catturati sei partigiani e liberati degli ostaggi, tra i questi il Valentino Fabbri che era stato catturato durante l'azione all'ILVA di Lovere. Altri sei partigiani vengono catturati a Grumello del Monte, mentre il tenente Locardi viene preso a Milano, a casa della moglie. Totale 13 persone.
Quell'azione che voleva essere dimostrativa e di finanziamento, costerà la vita ai 13 partigiani: fucilati il 22 dicembre 1943. Ricordiamolo, così è iniziata la guerra civile nel loverese; guerra che i “BUONI” preferiscono chiamare resistenza.
Vediamola l'altra faccia della resistenza. Con le sue ombre, con i suoi morti, ma anche con i suoi momenti crudeli. Inizio con la precisa cronologia di quei giorni; vanno dal 25 luglio 1943, dalle
dimissioni di Mussolini, al Comitato di Pacificazione Cittadino, all'8 settembre con l'Italia divisa in due. Proseguo con la ricostruzione di quei terribili momenti; vanno dal 28 novembre 1943, con l'inaugurazione della nuova sede del Fascio Repubblicano di Lovere, al 29 novembre con l'uccisione di Rosa e Cortesi. Dal 7 dicembre con il rastrellamento, al 22 dicembre con 13 partigiani fucilati e con la guerra civile che seguì. All'appello del Brasi sulla vendetta. Ai morti che seguono dopo il 25 aprile 1945. Ai comunicati di Brasi: ancora morte. Alle pagine di diario di due fucilati contro. All'8 giugno 1945, quando la guerra civile nel loverese finisce per mano partigiana in riva al lago.
Ho voluto mettere assieme persone e fatti, con dati e documenti, una cronistoria per dimostrare come, quando e da chi è incominciata la guerra civile nel loverese (29-11- 1943). Come, quando e chi l'ha finita la guerra civile nel loverese (8-6-1945). Con le terribili conseguenze che hanno portato morti, divisioni, lutti e ancora morti a casa nostra.
Quanto affermo in questo mio lavoro, è controllabile, avendo consultato in prevalenza scritti di partigiani (Brasi, Berta, Brak, Archetti), di antifascisti (Operti, Verdina, Censi), documenti ufficiali e “Pagine di diario”. Piero Operti (noto antifascista) in una lettera aperta al Presidente della Repubblica, in un minuscolo ritaglio di verità storica “Melma e sangue”, scrive: “Dire che agli ultimi di novembre del 1943, in un incontro avvenuto al caffè della stazione di Monchiero tra Maurizio, capo della resistenza a fianco di Longo, e un generale dell'Esercito, allora capo delle forze clandestine armate del Piemonte per investitura del C.L.N. regionale, Maurizio, suggerendo al generale i criteri della lotta, gli disse che bisogna “fare del rumore” e spiegò che per rumore intendeva due cose: primo, ammazzare i fascisti e tedeschi isolati onde provocare ogni volta l'impiccagione di persone del luogo e quindi alimentare nella popolazione l'odio contro gli uni e gli altri; secondo, far saltare dei ponti senza preoccuparsi se interessassero o non le comunicazioni degli occupatori, ma allo scopo di provocare altre rappresaglie e di approfondire nel popolo il senso drammatico dell'ora vissuta anche dove non erano giunte le rovine dei bombardamenti”. Questo lavoro, è il frutto di una decisione personale, contro i falsi miti, contro le reticenze e contro le tante menzogne raccontate, dove i “Buoni” erano sempre da una parte, la loro; mentre i “Cattivi” sono tutti gli altri. Quanto vado a dimostrare modestamente, è l'altra faccia della storia: la Storia di “Casa nostra”. Per ricordare come iniziò la guerra civile nel loverese. Ricordare che inizia il 29 novembre 1943 con una dubbia azione partigiana, quella azione che i “BUONI” chiamano dimostrativa e di finanziamento, dove vengono ammazzati il Paolo Rosa e Giuseppe Cortesi. Quell'azione partigiana portò al rastrellamento del 7 dicembre 1943. In Val Supine, vengono catturati sei partigiani e liberati degli ostaggi, tra i questi il Valentino Fabbri che era stato catturato durante l'azione all'ILVA di Lovere. Altri sei partigiani vengono catturati a Grumello del Monte, mentre il tenente Locardi viene preso a Milano, a casa della moglie. Totale 13 persone.
Quell'azione che voleva essere dimostrativa e di finanziamento, costerà la vita ai 13 partigiani: fucilati il 22 dicembre 1943. Ricordiamolo, così è iniziata la guerra civile nel loverese; guerra che i “BUONI” preferiscono chiamare resistenza.
Vediamola l'altra faccia della resistenza. Con le sue ombre, con i suoi morti, ma anche con i suoi momenti crudeli. Inizio con la precisa cronologia di quei giorni; vanno dal 25 luglio 1943, dalle
dimissioni di Mussolini, al Comitato di Pacificazione Cittadino, all'8 settembre con l'Italia divisa in due. Proseguo con la ricostruzione di quei terribili momenti; vanno dal 28 novembre 1943, con l'inaugurazione della nuova sede del Fascio Repubblicano di Lovere, al 29 novembre con l'uccisione di Rosa e Cortesi. Dal 7 dicembre con il rastrellamento, al 22 dicembre con 13 partigiani fucilati e con la guerra civile che seguì. All'appello del Brasi sulla vendetta. Ai morti che seguono dopo il 25 aprile 1945. Ai comunicati di Brasi: ancora morte. Alle pagine di diario di due fucilati contro. All'8 giugno 1945, quando la guerra civile nel loverese finisce per mano partigiana in riva al lago.
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