venerdì 24 luglio 2009

24 Luglio 1943...24 Luglio 2009

24/25 Luglio 1943

Italiane e Italiani

due parole su uno dei tanti della congiura del 24 Luglio 1943. Il Conte Mordano, quello che presentò l'ordine del giorno al Gran Consiglio del Fascismo, dove chiedeva la mia sfiducia, dopo aver "esaminata la situazione interna ed internazionale e la condotta politica e militare della guerra". Ora che l'Italia viene umiliata da incapacità e tradimenti, e chi hai più alti livelli, ha approvato questa guerra, adesso diffonde menzogne e falsificazioni per coprire le proprie responsabilità. L'unico responsabile sarà Mussolini. Il Conte di Mordano, al secolo Dino Grandi, la mattina del 25 luglio, con l'approvazione del suo ordine del giorno con 19 si, 8 no e 1 astenuto, preferì rendersi irreperibile. Venne cercato alla Camera, cercato nella sua lussuosa villa di Frascati dove, si disse che era partito in auto diretto a Bologna, vana la telefonata per rintracciarlo al Resto del Carlino a Bologna. Nessuno degli interpellati seppe dare la minima notizia. In realtà era rimasto a Roma, in attesa degli eventi. Io nel frattempo alle quattro del mattino rientrato a Villa Torlonia, la mia Rachele mentre le raccontavo l'esito della seduta del Gran Consiglio, mi preparò una camomilla e mi chiese "li hai almeno fatti arrestare?" Risposi che lo avrei fatto il giorno dopo. "Domani sarà troppo tardi, Grandi a quest'ora sarà già in viaggio per l'estero" disse Rachele, e aveva ragione. Dopo la votazione, Grandi si reca da Acquarone e lo mette al corrente del risultato della seduta, Acquarone riferisce a Vittorio Emanuele III e preparano un decreto che nomina Badoglio Capo del Governo. E' il primo passo della congiura che la monarchia stava preparando da tempo, completata con il mio arresto mentre mi trovo in udienza dal Re. Ero giunto alle 17.00 a Villa Ada, tranquillo, sulla porta vengo ricevuto dal Re, vestito da Maresciallo, ma in stato di anomala agitazione, coi tratti del viso sconvolti e con parole mozze mi dice "Caro Duce, le cose non vanno più. L'Italia è in tocchi, l'esercito è moralmente a terra. Ho pensato che l'uomo della situazione è in questo momento il Maresciallo Badoglio". Io replicai che si stava prendendo una decisione di una gravità estrema, ad ogni modo auguravo la buona fortuna all'uomo che prendeva in mano la situazione. In tutto l'udienza durò 20 minuti, poi il Re mi accompagnò all'uscita, era livido e sembrava ancor più piccolo, mi strinse la mano e rientrò. Come mi diressi verso la mia automobile, un Capitano dei Carabinieri mi ferma e "Sua Maestà mi incarica di proteggere la vostra persona". Poi venni arrestato, nel modo più vergognoso che, verrà più volte dalla Regina Elena rinfacciato al consorte, per il gesto di slealtà inconcepibile per un Sovrano. Dino Grandi rimasto a Roma, nei giorni successivi dopo aver appreso la composizione del Governo Badoglio, si complimenta e che "si trattava di un Ministero solido e la scelta degli uomini non avrebbe potuto essere migliore". Ora che la sua parte della congiura era terminata, non gli rimase che la fuga in aereo, con passaporti badoglieschi intestati all'avvocato Domenico Galli si diresse in Spagna, trovando ospitalità presso il Console di Siviglia, poi nel Portogallo nelle vicinanze di Lisbona. Ricordo che il Grandi era stato da me nominato Sottosegretario all'Interno, poi Sottosegretario agli Esteri, successivamente Ministro degli Esteri, poi Ambasciatore a Londra, Ministro della Giustizia e Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Ma, la sera del 24 luglio 1943 ebbe il coraggio, dopo aver presentato l'ordine del giorno con la sfiducia al sottoscritto, volle spiegare che era nell'interesse mio e lo faceva per "sollevare parte del pesante fardello che attualmente pesava su di me". Dopo la chiamata dei presenti, visto l'esito della votazione mi alzai e togliendo la seduta, dissi loro che avevano provocato la crisi del Regime. Andiamo avanti. Significative erano state le parole di Monsignor Roncalli, delegato apostolico in Turchia e Grecia. Il futuro Papa Giovanni XXIII, di quel luglio 1943 annotava sul suo diario "La notizia più grave del giorno è il ritiro di Mussolini dal potere. L'accolgo con molta calma. Il gesto del Duce lo credo atto di saggezza, che gli fà onore. No, io non getterò pietre contro di lui. Anche per lui SIC TRANSIT GLORIA MUNDI. Ma il gran bene che lui ha fatto all'Italia resta".

Italiane e Italiani, Meditate.

Dal fu : Benito Mussolini

Lovere (BG), dal suo eremo dove si trova quale cittadino onorario dal 21 maggio 1924
Fiorani Giuliano
Tratto da: http://giulianofiorani.com/

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