La tre giorni all'Istituto è stata un Campo d'istruzione, ovvero di formazione, ed è stata propria in quest'ottica che Maurizio Rossi - terzo ed ultimo relatore - ha inteso la sua relazione. Una relazione, appunto, e non una conferenza, come ha tenuto a ribadire: non è ad accademici, nè ad intellettuali, che ha parlato, bensì a militanti, ovvero a uomini e donne che cercano quotidianamente di tradurre le parole in fatti. Fatti e non parole: cioè esempi. Esempi come quelli dei combattenti della Repubblica Sociale che abbiamo avuto il piacere e l'onore di incontrare, e rammentare, più volte in questi giorni. Combattenti dell'onore che qui, all'Istituto Storico della R.S.I., si riuniscono anche per tramandare ai giovani la loro esperienza di uomini di militia, creando così quel legame alla base della continuità ideale che Maurizio Rossi ha ben sottolineato. Proprio partendo dall'idea d'un legame - d'un sottile filo rosso che ha legato le esperienze dei fascismi - Maurizio ci ha parlato della figura del combattente, dell'uomo tra le rovine, arrivando fino ad oggi. Un filo conduttore, quindi, che permette di inquadrare queste esperienze su di un piano non soltanto politico, ma universale e cosmico.
I fascismi, infatti, ove poterono esprimersi in una forma organizzata e stabile, si dedicarono alla selezione ed alla formazione dell'uomo nuovo, ovvero del soldato politico: cioè di colui il quale riesce ad esportare l'esperienza della lotta (il soldato) al dominio della politica (il militante politico). Dopo la Grande Guerra, infatti, gli ex-combattenti tornarono dal fronte trasfigurati nell'animo da un'esperienza brutale ma, al tempo stesso formatrice e vivificatrice di forze. Questi uomini, appreso il senso più vero del cameratismo nelle trincee, tornarono alla vita non concependola più come prima, bensì come lotta. Lotta tra le rovine per la costruzione di un qualcosa di nuovo e più vero.
Nasce così líidea stessa che animerà i fascismi: la costruzione dell'uomo che a quest'ordine ideale dovrà corrispondere. L'obbiettivo diviene opporsi alla società riscoprendo la comunità, distruggere l'individuo per riappropriarsi dell'essere.