sabato 29 agosto 2009

Riceviamo dagli amici dell'associazione campo della memoria il seguente articolo comparso sul quotidiano "Latina Oggi" di Mercoled' 26 Agosto 2009.
Il giornalista ha centrato in pieno lo spirito della cerimonia e alcuni imbarazzi che sono stati captati anche da alcuni membri della delegazione presenti alle esequie:

Saluto a un uomo libero

Ieri a Roma i funerali di Bartolo Gallitto L'ULTIMO saluto a un uomo libero.
Si sono celebrati ieri mattina nella chiesa del Cristo Re di Roma i funerali solenni di Bartolo Galli tto, combattente per l'onore dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, avvocato e componente del Consiglio superiore della magistratura.


C'era tanta gente a riempire gli spazi ampi della chiesa progettata negli anni venti dall'architetto Marcello Piacentini: tra gli altri il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini e Andrea Borghese, figlio del principe Junio Valerio fondatore della Decima Mas.
Perché Gallitto è stato tra le migliaia di giovani che, nel 1943, dopo la vergogna dell'8 settembre, hanno risposto alla chiamata del comandante Borghese: col grado di tenente di vascello ha fatto parte della Decima Mas, nel Battaglione Vega, protagonista di disperate azioni dietro le linee nemiche.
Poco più che ventenne, dopo la guerra Gallitto ha conosciuto la prigionia e il difficile ritorno alla normalità di un'Italia che andava perdendo valori e soprattutto il sentimento dell'onore per cui tantigiovani avevamo combattutosacrificando la vita.
Per sessant'anni Gallitto, che è stato tra i fondatori del Movimento sociale italiano, ha rappresentato un esempio di coerenza e autorevolezza umana, ideologica e professionale, riferimento per i camerati che con lui avevano vissuto i mesi difficili e al tempo stesso indimenticabili della Repubblica sociale, ma anche per i giovani militanti della destra.
In tanti ieri mattina hanno voluto salutare Bartolo, «che è andato avanti», come ha detto Andrea
Borghese, ma resta per tutti una bella figura di soldato e politico coerente.
A conclusione della cerimonia anche Gianfranco Fini ha voluto, timidamente per la verità, ricordare la figura - di ben altro spessore politico - del comandante Gallitto. Fini, da uomo di palazzo che ormai ha abdicato alle proprie radici, ne ha ricordato soprattutto il profilo politico omettendo pavidamente riferimenti a quello di soldato per l'onore dell'Italia. Come pure pavida è parsa ai tanti presenti la «fuga» di Fini e Alemanno prima dell'uscita del feretro e del «presente» rimbombato qualche minuto dopo sul sagrato della chiesa accompagnato
dal saluto romano.
Quando Fini ed Alemanno già non c'erano più.

Giovanni Stravato

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