sabato 1 agosto 2009

Il Sangue di Chi?

Ogni tanto ci permettiamo una digressione sui temi che normalmente vengono esposti su questo Blog. Dopo le attività culturali ci concediamo il vezzo di stigmatizzare una operazione vergognosa che infanga ulteriormente la memoria di chi fu protagonista o solo spettatore innocente, della splendida esperienza della RSI. Prova di Fede, di Orgoglio e Coraggio, ma soprattutto di ONORE, nel momento in cui lo Stato italiano venne dato in pasto ai massacratori angloamericani dai traditori (comunisti, liberali, badogliani e monarchici).

Domenica 19 Luglio, serata inaugurale del Santa Marinella Film Festival, leggiamo sul cartellone, proiezione ad inviti del film “Il Sangue dei Vinti” film di Michele Soavi, liberamente ma molto liberamente tratto dal l’omonimo libro di Giampaolo Pansa. Cerchiamo, troviamo e ci vengono consegnati gli inviti, dal gentile Presidente del Festival. Entriamo.
Come al solito, i santamarinellesi che dicono di ispirarsi in una certa misura ed in forme diverse a idee e valori che si richiamano al Fascismo non ci sono, avranno avuto i loro buoni e soliti interessi da curare.
Ci si accomoda in una zona laterale, si attendono quarantacinque minuti inutilmente, sale sul palco la presentatrice e invita Sindaco e Delegato alla Cultura. Alla fine il Sindaco se la svanga con un “dei fatti ormai consegnati alla Storia” il Delegato alla Cultura improvvisa un panegirico sul Festival , sulle spese e su un ipotetico pericolo di “ABBIOCCAMENTO” per i film lenti. Panico dalla fila 4, le prime tre erano vuote.

Dopo il brivido la tragicomica, invitati sul palco salgono, il Sen Fisichella, il regista Lizzani e tal Colasanti. Tra una marchetta e l’altra, in cui sottolineano il carattere antifascista della loro animella bella, gli stessi approfondiscono che del film non ce n’era assolutamente bisogno e degli aspetti del carattere feroce e distruttivo dell’esperienza fascista. Non solo, non si vuole fare revisionismo, il male assoluto ha un ruolo fondamentale nella guerra civile esogena (illuminaci Fisichella!). Alla fine tutti convengono sorridendo compiaciuti, i repubblicani di Salò avevano torto marcio, erano la parte sbagliata e una certa giustificazione quegli eccessi ce l’hanno perché per 20 anni era stata soffocata la LIBBERTA’ e LA DEMOCRAZZIA!

Ad un tratto ci balena una domanda:
se nel libro si parla di ciò che accadde dopo il 25 aprile (il sottotitolo c'è apposta),
se nel libro si parla della mattanza di fascisti e presunti nemici della rivoluzione bolscevica,
se nel libro si parla della strage indiscriminata di civili, parenti, presunti nemici, prigionieri inermi,
se nel libro si dice che si uccideva chi era di diretta o indiretta affiliazione fascista, tutto questo pappone che c’entra?
Mistero del Santo Catechismo della Liberazione.

Fine del dibattito, inizia il film, per un attimo si crede che si stia per ribaltare la Storia scritta dai vincitori.
Tutta fuffa, tutto falso. Tutto vergognosamente costruito per alleviare le coscienze sporche dei rinnegati. Del resto lo stesso Pansa non può esimersi dal dire che il Film con il suo libro non c’entra niente.

Il film è un fumettone indigeribile, il sangue che scorre è quello dei partigiani, i tedeschi sono i soliti cattivissimi che sparano alle spalle dei bambini (quei trentamila che riposano al cimitero al Passo della Futa, quelli non erano poi così cattivi, erano partiti dal loro paesino a salvarci le terga dagli americani) e soprattutto - è questa la cosa più grave - finisce proprio dove dovrebbe iniziare, il 25 aprile del 1945. Era necessario farlo iniziare nel 1943? Era necessario intenerirlo con investigazioni, dolci bambine orfane, professoresse snob della cui interpretazione l’attrice potrebbe non esserne così fiera?

Dalla data in cui inizia il massacro di gente inerme che con quella guerra non c’entrava niente, nessun episodio niente di niente. E’ per tutto ciò che continuiamo a rimanere vicini ai combattenti ed ai reduci della RSI, alle fiere Ausiliarie del SAF al nostro argento vivo. Presso la loro Sede ci sono i documenti, gli archivi, i libri, le memorie, che sono pregne di onore, di giustizia, di responsabilità, di una chiara visione della vita e del mondo e del chiaro intento di sacrificare tutto per la verità.
I loro occhi ci riempiono di energia ogni volta che li incontriamo. E’ per questo che non ci fidiamo più dei cosiddetti democratici, abbiamo imparato la lezione, arrendersi a quest’ultimi significa soccombere da inermi, che volete fare sarem romantici ma preferiamo morire combattendo. Magari la prossima volta anziché stare a casa, venite a fare un giro alla Fondazione della RSI a Terranuova Bracciolini (http://www.istitutostoricorsi.org/), può essere che la memoria vi si rinfreschi!

Tratto da: www.aurhelio.blogspot.com

1 commento:

  1. Ottima analisi. Purtroppo, siamo di fronte al solito "sistema". Quando un organismo viene attaccato si difende e la migliore difesa è l'attacco!
    Allora ecco i "gendarmi della memoria" che per decenni avevano falsificato la storia a raccontarci delle foibe, delle stragi partigiane.
    Sono sempre loro, però, a dirci come andò.
    Senza vergogna, costoro si presentano come candide vestali, dalle loro cattedre di nulla, sempre a sputare antifascismo. L'unica cosa che li tiene ancora in vita.

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