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giovedì 22 ottobre 2009

L'Italia vista da Lontano

Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo, ritenendo interessante conoscere come vedono la situzione Italiana da molto lontano.

Ci scusiamo della traduzione, in coda riportiamo il testo originale in spagnolo:


L'Italia è un paese occupato dai vincitori. Ci sono molte basi militari statunitensi, con tutto il loro materiale bellico ed il loro personale militare all'interno del territorio della penisola. L'Italia è un paese chiave per la strategia degli Stati Uniti nel Mediterraneo e nei Balcani.


I partigiani che dicono di aver liberato l'Italia dal fascismo per donarle la democrazia, sembrano dimenticare questo fatto troppo spesso.
Nel dopoguerra l'Italia ha preso la strada dell'American Way of Life, non solo militarmente ma culturalmente, e manco a dirlo economicamente e finanziariamente. Il dogma del secondo dopoguerra in Italia è stato l'anti-fascismo, un'ideologia chiusa, imposta ed esclusiva.
Alcuni patrioti italiani, sostengono che sradicare l'occupazione del loro territorio e confrontarsi con il capitalismo internazionale di cui questa si nutre, è una distrazione, una mossa che in nome del pragmatismo politico, si rivela funzionale alla permanenza dello status quo. Di fatto, questi gruppi sfidano la strategia di alleanza portata avanti da altri schieramenti che si dicono anch'essi patrioti come Silvio Berlusconi, un risultato pragmatico della politica postmoderna dei media.
Questa alleanza non sarebbe solo per loro ma ha la finalità di domare lo schieramento più pericoloso del movimento nazionale. Si ripeterebbe la storia del Movimento Sociale Italiano, venduto da leader come Gianfranco Fini alla strategia mondialista. Ma i fatti sono più dinamici e complessi di cosi, e purtroppo in politica, non si ottiene alcun risultato assoluto, in modo che tra uno stratega e un traditore, a volte vi è di solito poca differenza.
Vi è certamente una democrazia plutocratica, partigiana, socialdemocratica, centrista, liberale, progressista. Una democrazia con tutte le componenti del sistema. E i fatti ci dicono che le cose continueranno più o meno cosi, e che le strategie di rottura di gruppi patriottici, spesso cadono in alleanze sgradite e confuse, infine, rinnegando le proprie origini e la propria storia. Fini e Alemanno, sono due chiari esempi di questo.
Ma dietro a tutti questi giochi e atteggiamenti politici che stanno dietro le strutture mentali che non può esistere più di uno schieramento di destra e sinistra, vi è un'altra Italia, che ancora potrebbe essere chiamata Roma. Quei vecchi riflessi Romani, che ha riportato a galla il miglior fascismo, e in qualche misura ancora perdurano.
E' ancora all'interno della struttura borghese delle burocrazie partitiche, che molti italiani, fuori della scena, obbediscono alle direttive internazionali, e perché non dirlo, gli piace dirigere, organizzare ed esercitare il potere. Accenni di antica genetica romana politico e culturale, probabilmente. E questo si proietta a milioni di cittadini italiani residenti all'estero; il fenomeno politico che ha visto chiaramente un giovane irriducibile di Salò, Mirko Tremaglia, che poi si trasformò in prudente e paziente coordinatore delle strutture degli emigranti italiani nel mondo che godono di un ragionevole diritto di cittadinanza per i loro discendenti, secondo la legge antica del jus sanguinis, e possono votare i loro rappresentanti al parlamento italiano.
C'è un'altra Italia, che resiste contro l'Italia ufficiale, che non rimane affidabile per il sistema di dominazione mondiale. Sotto i mucchi di sterco, della Piccola Italia, ancora sopravvive il genio politico di Roma. E questo genio è troppo grande, per svolgere un ruolo subalterno..



Italia es un país ocupado por sus vencedores. Hay como se sabe múltiples bases militares de los Estados Unidos, con su material bélico y todo su personal dentro del territorio de la península. Italia es básica en la estrategia de los Estados Unidos en el Mediterráneo y los Balcanes.
Los partisanos que dicen haber liberado a Italia del fascismo para brindarle democracia, parecen olvidar este hecho a menudo.
La Italia de posguerra tomó el camino del American Way of Life no sólo militarmente sino culturalmente, y ni que decirlo económica y financieramente. El dogma de esa Italia de posguerra, ha sido el antifascismo, una ideología cerrada, impuesta y excluyente.
Algunos patriotas italianos, sostienen que todo lo que no sea erradicar esa ocupación de su territorio y enfrentar el capitalismo internacional que la alimenta, resulta una distracción, una maniobra que en nombre del pragmatismo político, termina siendo funcional a la prolongación del mismo estado de cosas. Por supuesto que estos grupos impugnan la estrategia acuerdista de otros sectores que también se dicen patriotas con Silvio Berlusconi, un pragmático fruto de la política mediática posmoderna.
Esos acuerdos no serían para ellos más que maniobras para domesticar al sector más díscolo del movimiento nacional. Sería la historia eternamente repetida del Movimiento Social Italiano, vendido por dirigentes como Gianfranco Fini a la estrategia mundialista. Pero los hechos son más dinámicos y complejos que eso, y en política lamentablemente, no se obtienen nunca resultados absolutos, de modo que entre un estratega y un traidor, suele haber a veces muy poca distancia.
Hay ciertamente una democracia plutocrática, partisana, socialdemócrata, centrista, democristiana, liberal, progresista. Una democracia con todos los componentes del sistema. Y los hechos nos dicen que las cosas continuarán más o menos así, y que las estrategias de ruptura de los grupos patrióticos, caerán a menudo en alianzas difíciles de aceptar y muchas veces terminarán desdibujados y renegando de sus antecedentes y de su historia. Fini y Allemano, son dos claros ejemplos de eso.
Sin embargo detrás de todos estos juegos y posturas políticas, detrás de las estructuras mentales que no resisten más que un posicionamiento de izquierdas y derechas, está el tema de la otra Italia, la que todavía podría llamarse Roma. Esos viejos reflejos romanos, que resurgieron con lo mejor del fascismo, y que todavía en alguna medida perduran.
Es que aún dentro de la estructura burguesa de las burocracias partidarias, muchos italianos se salen del libreto, les cuesta obedecer las directivas internacionales, y por qué no decirlo, les gusta mandar, organizar y ejercer el poder. Atisbos de la vieja genética política y cultural romana seguramente. Y eso se proyecta a los millones de ciudadanos italianos residentes en el exterior, ese fenómeno político que comprendió claramente un joven irreductible de Salò, Mirko Tremaglia, transformado luego en paciente y prudente coordinador de las estructuras de los inmigrantes italianos en el mundo, que gozan de un razonable otorgamiento de ciudadanía para sus descendientes, según el antiguo derecho del ius sanguinis y pueden votar sus representantes al parlamento italiano.

Di Juan Pablo Vitali (Argentina)





lunedì 28 settembre 2009

Il paradiso è all'ombra delle Spade

Riceviamo dal nostro amico Argentino Juan Pablo Vitali il seguente articolo sulla similitudine tra il guerriero ed il poeta, riportaimo la nsotra traduzione in Italiano ed il testo spagnolo.

I bambini di fuoco e cenere
Una città devastata dal cielo


La poesia e la guerra sono nate insieme. Quando l'uomo brancola la morte, sente inevitabilmente il bisogno di vincolarsi a qualcosa di più alto di lui, superandola. I popoli indoeuropei ci hanno lasciato ampie prove di tale intento. La Bhagavad Gita, l'Iliade, le Saghe, il ciclo del Graal, i Cantori di Gesta. Fa tutto parte di un tentativo di vincere la morte attraverso simboli estetici, che sono anche i simboli sacri. Nell'istante estremo del combattimento è molto poco quello che può essere considerato essenziale. Gli antenati e gli dèi diventano allora parte del guerriero. Già vivono nello stesso mondo, sicuramente, il guerriero resta ancora vivo. Così vanno insieme la poesia e la guerra, perché i valori all'ultimo momento, sono in qualche modo assoluti, perché la morte fisica deve essere superata con un'anima immortale, che ci si è guadagnati in battaglia. Non c'è niente di più poetico che la morte di un guerriero. Questa morte comporta una modifica dell'universo stesso, nell’ eredità di sangue, nella comunità che lo ha generato e sicuramente anche nei mondi invisibili, dove continuano a vivere i guerrieri che lo hanno preceduto. Non c'è guerra senza poesia. La morte trasmuta il caduto, ipso facto, in un super-uomo. Non importa che un poeta non canta questa morte in particolare. Si può sostenere che non ci sono morti particolari quando si diventa un cittadino di questa repubblica aristocratica della morte con onore. Vi è certamente una gloria comune a tutti i fedeli. E due volte beati sono coloro che sinceramente hanno ben combattuto, lo hanno fatto per una giusta causa. Anche coloro che hanno sbagliato in buona fede avranno il loro paradiso, però gli onesti di giusta causa, senza dubbio, saranno elevati al rango di semi-dei.
Probabilmente è nell'apporto di sangue che risiede la bellezza assoluta di uno spirito poetico, perché la sensibilità del poeta e quella del guerriero sono simili. E' differente solo il modo di attraversare la realtà, in un viaggio verso una realtà superiore e pura, luminosa e fatale. Sovrumana, nel senso nietzschiano. Man mano che l'età oscura progredisce, risulta più raro trovare un'espressione o un atto eroico. Praticamente non ci sono più né poeti né guerrieri. Sono diventati parte di una realtà fuori dal tempo. Gli uomini di questo periodo stanno morendo in modo non trascendente. Il degrado rende la poesia difficile, che svanisce come svanisce la guerra secondo l'antico significato. Pochissimi uomini oggi riescono a capire il significato primordiale e sacro della poesia e della guerra. Un giorno, dopo millenni e millenni, il senso sacro delle cose tornerà ancora una volta ad esprimere nuovamente la sua vera dimensione. Nel frattempo, c'è sempre un piccolo spazio e un breve momento in cui la bellezza e il pensiero attraversano l'oscurità. Si tratta di un punto a volte piccolo, ma attraverso di esso possiamo attraversare l'eternità, come le nostre nonne infilavano il filo per cucire in un ago.

La poesía y la guerra nacieron juntas. Cuando el hombre tantea la muerte, siente indefectiblemente la necesidad de vincularse a algo más elevado que él mismo, superándola. Los pueblos indoeuropeos nos han dejado extensos testimonios de ese intento. El Bhagavad Gita, la Ilíada, las Sagas, el Ciclo del Grial, los Cantares de Gesta. Todo forma parte de un intento de superación de la muerte mediante símbolos estéticos, que son también símbolos sagrados. En el instante extremo del combate es muy poco lo que puede considerarse esencial. Los antepasados y los dioses se convierten entonces en parte del guerrero. Viven ya en un mismo mundo, definitivamente, aunque el guerrero se mantenga todavía con vida. Por eso van juntas la poesía y la guerra, porque los valores del último instante son de algún modo absolutos, y porque la muerte material debe ser superada por un alma inmortal que se lo ha ganado en la batalla. No hay nada más poético que la muerte de un guerrero. Esa muerte implica un cambio en el universo mismo, en la sucesión de la sangre, en la comunidad que lo ha engendrado y seguramente también en los mundos invisibles donde viven los guerreros que lo han precedido. No hay guerra sin poesía. La muerte convierte al caído, ipso facto, en un superhombre. No importa que un poeta no cante esa muerte en particular. Podría decirse que no hay muertes particulares cuando se ha ingresado como ciudadano en esa república aristocrática de la muerte con honor. Existe, sin duda, una gloria común a todos los leales. Y dos veces benditos son los que además de pelear sinceramente, lo hacen por una causa justa. Los sinceramente equivocados tendrán también su paraíso, pero los sinceros de justas causas se elevarán sin duda a la categoría de semidioses. En la entrega de la sangre está seguramente la estética absoluta de un espíritu poético, porque la sensibilidad del poeta y del guerrero son similares. Sólo es diferente su forma de atravesar la realidad, en un viaje hacia una realidad superior y pura, luminosa y fatal. Sobrehumana, en el sentido nietzscheano. A medida que la edad oscura avanza, resulta más extraño encontrar una expresión o una acción heroica. Ya casi no hay poetas ni guerreros. Se han convertido en parte de una realidad extemporánea. Los hombres de esta época se mueren de forma intrascendente. La degradación torna difícil la poesía, que desaparece como va desapareciendo la guerra en el sentido antiguo. Muy pocos hombres comprenden hoy el sentido primordial y sagrado de la poesía y de la guerra. Algún día, pasados milenios de milenios, ese sentido sacro de las cosas volverá, para expresarse nuevamente en su real dimensión. Mientras tanto, siempre hay un pequeño espacio y un breve instante donde la estética y el pensamiento atraviesan la oscuridad. Es un punto a veces mínimo, pero a través de él podemos atravesar la eternidad, como nuestras abuelas enhebraban el hilo de coser en una aguja.

Tratto da http://www.elmanifiesto.com/articulos.asp?idarticulo=3234