venerdì 4 dicembre 2009

Fandonie televisive

Riceviamo e pubblichiamo:


Raramente ci occupiamo di televisione, purtroppo questa volta, siamo costretti.
In previsione della trasmissione da parte di Raiuno il 6 e 7 dicembre, del filmone "Il Sangue dei vinti" liberamente, molto liberamente, ispirato dall'omonimo libro di Pansa, dobbiamo necessariamente sollecitare l'attenzione. A tale riguardo, abbiamo rispolverato una parte di un articolo pubblicato questa estate. Risparmiando al lettore la parte relativa al dibattito che precedette la proiezione al Santa Marinella film festival, riteniamo assolutamente opportuna la riproposizione della parte relativa al commento del film.

Sollecitiamo inoltre tutti coloro che hanno a cuore i caduti, i combattenti, i reduci, le ausiliarie e i parenti dei caduti della RSI ad iniziare già da oggi una campagna controinformativa circa le menzogne raccontate dal film.


Inizia il film, per un attimo si crede che si stia per ribaltare la Storia scritta dai vincitori.Tutta fuffa, tutto falso. Tutto vergognosamente costruito per alleviare le coscienze sporche dei rinnegati. Del resto lo stesso Pansa non può esimersi dal dire che il Film con il suo libro non c’entra niente.
Il film è un fumettone indigeribile, il sangue che scorre è quello dei partigiani, i tedeschi sono i soliti cattivissimi che sparano alle spalle dei bambini (quei trentamila che riposano al cimitero al Passo della Futa, quelli non erano poi così cattivi, erano partiti dal loro paesino per salvarci le terga dagli americani) e soprattutto - è questa la cosa più grave - finisce proprio dove dovrebbe iniziare, il 25 aprile del 1945. Era necessario farlo iniziare nel 1943? Era necessario intenerirlo con investigazioni, dolci bambine orfane, professoresse snob della cui interpretazione l’attrice potrebbe non esserne così fiera?Dalla data in cui inizia il massacro di gente inerme che con quella guerra non c’entrava niente, nessun episodio niente di niente. E’ per tutto ciò che continuiamo a rimanere vicini ai combattenti ed ai reduci della RSI, alle fiere Ausiliarie del SAF al nostro argento vivo. Presso la loro Sede ci sono i documenti, gli archivi, i libri, le memorie, che sono pregne di onore, di giustizia, di responsabilità, di una chiara visione della vita e del mondo e del chiaro intento di sacrificare tutto per la verità.I loro occhi ci riempiono di energia ogni volta che li incontriamo. E’ per questo che non ci fidiamo più dei cosiddetti democratici, abbiamo imparato la lezione, arrendersi a quest’ultimi significa soccombere da inermi, che volete fare sarem romantici ma preferiamo morire combattendo. Magari la prossima volta anziché stare a casa, venite a fare un giro alla Fondazione della RSI a Terranuova Bracciolini (http://www.istitutostoricorsi.org/), può essere che la memoria vi si rinfreschi!


Tratto da un articolo dalla rete, "alla prima de "Il Sangue dei Vinti".
Il sangue dei vinti. Ma sullo schermo scorre soprattutto il sangue dei partigiani, i vincitori. «Non è il libro di Pansa», si agita sulla sedia Ennio Albano, classe ‘14, repubblichino di Salò arrivato al Festival alla prima del film di Michele Soavi per essere ripagato in parte da quelle che considera bugie della storia: «Ancora una volta non hanno raccontato cosa è successo, la nostra verità». Quando in una scena il fascista spara nella schiena a un bambino, non si tiene più. Va da Giampaolo Pansa, per condividere la delusione, ma non trova una spalla su cui piangere. L’autore ammette che il film non è il suo libro ma dice che si è commosso, emozionato. Gli è piaciuto. E fa capire che è già stato un miracolo riuscire a vederlo: «Conoscendo i polli del pollaio Italia il film mi basta e addirittura mi avanza. È un passo in più verso una storia mai pacificata».
Allora forse non ci siamo capiti .....

Tratto da www.aurhelio.blogspot.com

Disponibile presso la sede della fondazione il testo originale di Giampaolo Pansa il sangue dei vinti, per ordini contattateci allo 06/86217334

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