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venerdì 29 ottobre 2010

In memoriam

Riceviamo e pubblichiamo:


Il 28 ottobre 2010 è venuta a mancare l’Ausiliaria Giovanna Mattioli.

Preghiera dell’Ausiliaria
“Signore del Cielo e della Terra accogli l’umile, ardente
preghiera di noi, donne italiane, che sopra gli
affetti più cari, poniamo Te o Signore e la Patria.
Benedici le nostre case lontane, benedici il lavoro delle
nostre giornate, accogli, come offerta di redenzione
per la Patria tradita, il sangue degli eroi, dei martiri, il
pianto delle madri private dei figli, il singhiozzante grido
dei bimbi privati delle madri per la sadica ferocia
nemica.
Fa, o Signore, che la resurrezione della Patria sia vicina,
concedi la vittoria.
Benedici sul mare l’Italia, sulle terre insanguinate ed
oppresse, su tutti i cieli, la Bandiera Repubblicana, libera,
potente, sicura.
Benedici i nostri morti in noi sempre vivi, che levano
verso Te, su in alto, la Bandiera d’Italia che mai sarà
ammainata.
Conservaci il Duce.
Benedici.”

AUSILIARIA GIOVANNA MATTIOLI

PRESENTE

giovedì 17 giugno 2010

In memoriam


Riceviamo e pubblichiamo:

Grande e commossa partecipazione ai funerali della Ausiliaria Amelia Bighelli, di cento anni, oggi a Milano. Alla cerimonia patriottica e religiosa erano presenti numerose associazioni combattentistiche e d'arma: l'Associazione Culturale Servizio Ausiliario Femminile (ACSAF) guidata dalle Ausiliarie Veglia Mirri e Grazia Miccoli Carelli, i Combattenti della Unione Nazionale Repubblica Sociale Italiana (UNCRSI) di Milano, capitanati da Armando Santoro e Dario Buzzi, gli Arditi della gloriosa Associazione Nazionale ANAI, rappresentati dal presidente nazionale, Pierpaolo Silvestri, da Lino Menghini e dal Capitano Francesco Lauri, l'Associazione Decima Flottiglia Mas, l'Associazione Nazionale Bersaglieri, l'Associazione Arma Cavalleria (rappresentata da Tanino Cannata), l'Associazione Nazionale del Fante (rappresentata da Paolo Salvador) ed i Paracadutisti ANPDI (con Dario Casorati ed il Conte Alessandro Romei Longhena).


Presenti anche Donna Marisa Gambini della OnorCaduti Campo X, il Barone Annibale Tripcovich Hollemmaier de Banfield del Centro Studi Patria e Libertà, l'On. Romano La Russa (Assessore PDL della Regione Lombardia), l'Ing. Michele Puccinelli (coordinatore del movimento Destrafuturo-PDL), Lorenzo Castello (vice-presidente del comitato Destra per Milano), Valerio Zinetti del Centro Identitario della Lega Nord, Francesco Cappuccio di Casa Pound Italia, lo scrittore Pierangelo Pavesi e storici esponenti della destra milanese, fra i quali: Carlo Borsani, Remo Casagrande, Attilio Carelli, Guido Giraudo, Maurizio Gussoni, Maurizio Mariano, Flavio Nucci e Dario Vermi.

La bara della Camerata Amelia Bighelli era ricoperta dalla bandiera tricolore, con aquila e fascio, della RSI e sormontata dal Suo glorioso basco da Ausiliaria, intorno i labari ed i gagliardetti dell'onore e del combattimento. Alla fine della Santa Messa, Veglia Mirri, commossa, ha recitato la Preghiera dell'Ausiliaria e, fuori dalla Chiesa, la giovane Runa Malerba (quattrordicenne figlia del Prof. Andrea), in nome della continuità ideale, ha chiamato il presente, al quale hanno risposto, decine di fieri saluti romani. Alla fine della mattinata, come tradizione, in un bar di fronte al cimitero, i Camerati hanno brindato, con il sorriso sulle labbra, alla cara Ausiliaria che continuerà, in spirito, a marciare ed a lottare al nostro fianco. Ciao Amelia!

martedì 22 dicembre 2009

Donne soldato e Ausiliarie

Riteniamo utile pubblicare la seguente notizia per far riflettere sulla sostanziale e profonda differenza tra come viene considerato l'utilizzo delle donne nelle Forze armate oggi e la concezione che nella RSI portò a costituire il Servizio Ausiliario Femminile

Un figlio per il rimpatrio

Evidentemente sono in troppe a farsi mettere incinta per essere rimpatriate dal fronte…

BAGDAD - Potranno essere punite, e persino processate da corti marziali le donne soldato che rimangono incinte durante la loro permanenza al fronte. Lo ha stabilito il comando generale delle forze statunitensi nel nord del paese. E’ quanto rivela “Star and Stripes”, giornale gestito da militari, indipendente dal Pentagono, precisando che lo strano ordine, con cui la gravidanza viene inserita tra le proibizioni, è entrato in vigore lo scorso 4 novembre.

La norma interessa “tutto il personale militare, e tutti i civili che sono impiegati o accompagnano i militari nel nord dell’Iraq”. A rischiare la punizione non sono solo le donne soldato, ma anche l’eventuale padre, anche se si tratta del legittimo marito.

Come ha precisato un portavoce dell’esercito in una e-mail a Stars and Stripes, il divieto si applica anche alle coppie sposate che si trovano in missione di guerra all’estero: sia marito che moglie rischiano la punizione.

Il maggiore Lee Peters ha poi cercato di ridimensionare la portata del divieto, sottolineando che si tenderà ad applicarla quando la gravidanza di una militare, ed il suo rientro in patria entro 14 giorni, rischierà di minare l’efficacia dell’azione di un’unità, creando “un vuoto” che solo l’invio di un altro militare potrà riempire.

Un avvicendamento quanto mai difficile per le forze armate americane, ormai ridotte allo stremo da otto anni di guerre all’estero. In Iraq è stato avviato il ritiro, ma vanno inviati in Afghanistan nei prossimi sei mesi 30mila rinforzi. Questa misura non è stata ancora mai applicata, ha precisato il colonnello David Thompson, ispettore generale dei militari in Iraq. Che pur difendendone la legalità, ammette: è la prima volta, a sua memoria, che viene espresso un esplicito divieto del genere.

Ed Eugene Fidell, professore di diritto militare alla Yale Law School, assicura di comprendere i motivi che hanno spinto il comando ad emettere l’ordine in un momento in cui c’è disperato bisogno di forze in campo, ma sottolinea: “L’esplicito divieto rischia di trasformarsi in un complicato nodo di problemi legali, etici e procedurali. Siamo di fronte ad un problema che investe il nodo dell’integrità personale: i diritti riproduttivi”.

(20 dicembre 2009)

Tratto da www.azionetradizionale.com

lunedì 3 agosto 2009

UNA DONNA ECCEZIONALE FRA DONNE ECCEZIONALI

Riceviamo e pubblichiamo:

Il titolo esatto avrebbe dovuto essere: “Ragazze eccezionali fra ragazze eccezionali”. Come molti lettori avranno compreso intendo trattare una breve storia delle Ausiliarie della R.S.I.. “Ragazze eccezionali”, mi sono corretto, ma alcune di loro non erano neanche ragazze, ma poco più che adolescenti. Mentre il Paese era allo sbando più totale – e sto ricordando la capitolazione dell’8 settembre 1943 – e mentre molti uomini, soppesata furbescamente la situazione militare del momento e consci che ormai la guerra era persa, si schieravano dalla parte dei più che probabili vincitori, migliaia di ragazze non accettarono l’onta e si schierarono dalla parte che ritenevano, quella della coerenza e dell’Onore.
Valga per tutte queste eroine, la storia di una di loro: Giovanna Deiana.
Giovanna Deiana fu citata all’Ordine del Giorno del Comando generale della G.I.L., con questa motivazione: .
Questo sarebbe stato già tanto per molti uomini. Giovanna Deiana, però, mostrò ancor più la sua determinazione e la sua fede; così scrisse della sua fulgida esperienza (da Riaffermazione del 1996).

. Non metto in evidenza queste Sue parole per vezzo di esibizione, ma per sottolineare quanto la mente di quest’Uomo, occupata e preoccupata da così gravi pensieri a livello mondiale, sapesse chinarsi verso situazioni così microscopiche come la mia. Domandò notizie del fascio di Verona; alla mia attenzione di ragazza dette l’impressione di essere assetato di notizie al di fuori e spontanee, come le nostre potevano essere. Poi all’improvviso disse: . Come sempre lungimirante, anche nelle piccole cose, seppe facilitarmi la vita. E risposi che volevo essere anch’io una Ausiliaria, come tante altre donne lo erano. La Sua risposta fu laconica, quanto commossa: . Tornai a Verona la sera stessa, con l’animo invaso da una delle più grandi emozioni della mia vita. Due giorni dopo iniziò un corso provinciale a Verona e qualche tempo dopo la Comandante della S.A.F. di Verona, Elena Ranzi, mi comunicò che dovevo partire per Como, dove avrei frequentato dal 6 gennaio 1945, il V Corso Nazionale Fiamma. Conclusi con il mio giuramento individuale di fronte alla Comandante Maria Teresa Feliciani il giorno 9 febbraio. Le motivazioni del mio arruolamento? Credo di averle sufficientemente spiegate: in quei momenti di altissima tensione spirituale i blablabla passavano in ultima linea, anzi erano addirittura inesistenti.
Bisognava lavorare, come sempre, come credo ancora lavoro, sentendomi sempre parte attiva di questo connettivo sociale>.

Giovanna Deiana

Breve storia del Servizio Ausiliario Femminile (S.A.F.).



Con l’avvento della Seconda Guerra mondiale si verificò una straordinaria presenza delle donne in U.R.S.S., in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, i Germania. Anche in Italia si vennero a costituire, dal 1942, i servizi ausiliari della Regia Aeronautica con un organico iniziale di 2650 unità impiegate come Servizio Scoperta e Segnalazione Aerei (S.S.S.A.).
La necessità e l’opportunità di impiegare donne nei servizi ausiliari di guerra, in maniera più massiccia si presentò con la costituzione della R.S.I..
Su La Stampa del 13 gennaio 1944, Concetto Pettinato (1) scrisse un articolo: “Breve discorso alle donne d’Italia”, un appello rivolto alle italiane affinché accorressero in difesa della Patria.
La risposta fu immediata: (Associazione Culturale S.A.F., NovAntico Editore).
Divenne una marea montante: migliaia di donne esigevano di partecipare all’attività bellica, erano operaie, studentesse, come le universitarie di Venezia che si arruolarono in massa. Riporta il testo sopra indicato: .
Requisito essenziale per le volontarie – la cui età era compresa tra i diciotto e i quarantacinque anni – era l’indiscussa moralità. .
Lo spirito che animava queste giovani donne viene testimoniato da quanto scritto su “Donne in grigioverde”, organo del S.A.F. del 18 dicembre 1944, dove, fra l’altro si stabilisce: .
L’uso delle armi era consentito solo in caso di legittima difesa. Nessuna disparità di trattamento rispetto a quello riservato agli uomini; recitava il D.M. . Pur nella rigidità della disciplina e pur nel corso negativo della guerra, la risposta delle donne fu sorprendente: . In altre parole le aspiranti al S.A.F. risultarono numericamente superiori a quanto stabilito dal bando.
Ormai le ausiliarie sono presenti in quasi tutte le formazioni militari della R.S.I., comprese quelle dislocate in Germania e dimostrano di sapersi far valere in qualunque circostanza e in qualsiasi luogo.
Centinaia furono le Ausiliarie cadute durante i bombardamenti e mitragliamenti, martoriate e uccise nelle imboscate e negli attentati. Numerose furono le citazioni, gli encomi e le ricompense al valore, molto spesso alla memoria.
Al termine del conflitto l’odio dei partigiani, autoproclamatisi vincitori di una guerra che senza il massiccio intervento americano non avrebbero mai vinto, si accanisce contro le Ausiliarie con una ferocia spesso disumana. Molte pagano con la vita la loro partecipazione alla R.S.I. (non di rado dopo essere state stuprate), altre vengono rapate e fatte sfilare per le strade fra il ludibrio della feccia urlante, alcune denudate e frustate, altre ripetutamente violentate, in un’esplosione di odio bestiale che non ha e non può avere alcuna giustificazione. Le meno sfortunate, che solo il caso sottrae al supplizio e alla morte, finiscono nei vari campi di concentramento come il P.W.E. 334 di Scandicci (Firenze) tenuto dagli americani, o in quelli tenuti dagli italiani, questi ultimi definiti “di rieducazione morale”: espressione davvero paradossale se si pensa che intanto, qua e là per l’Italia, dilaga la prostituzione fra gli invasori angloamericani di ogni razza e colore. Da quei campi di concentramento le Ausiliarie uscirono solo dopo mesi e mesi di prigionia, le ultime nel gennaio 1946 (…). Il S.A.F. è la formazione militare che, in proporzione ai suoi effettivi, ha pagato il più alto tributo di sangue alla causa della R.S.I.>.
Secondo l’Associazione culturale S.A.F., il numero delle Ausiliarie cadute sia in conseguenza di vicende belliche che uccise a guerra finita dovrebbe avvicinarsi alle duemila unità. La cifra esatta non è nota perché molte di loro furono date come disperse o uccise e sepolte in fosse comuni o, comunque, sparite nel nulla.
Come terminare questo ricordo di tante eroine? L’unico sistema è impegnarmi a tornare sull’argomento in uno dei prossimi articoli.

Di Filippo Giannini

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1) Concetto Pettinato, non fascista, era fuggito in Svizzera, ma disgustato per la fuga del Re e per il voltafaccia di Badoglio, rientrò in Italia per affiancare il Governo della R.S.I. Gli venne affidata la direzione de La Stampa e fu celebre il suo articolo “Se ci sei batti un colpo” con il quale esortava il Governo a mettere in pratica la socializzazione.
A guerra finita Pettinato incorse, come gli altri direttori di giornali, nelle reti del’epurazione: Pettinato (La Stampa”), Bruno Spampanato (“Il Messaggero”), come l’inviato del “Corriere della Sera” Luigi Romersa, furono condannati a pene detentive fra i dodici e i venti anni.