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giovedì 23 settembre 2010

Novità editoriale

Disponibile presso la sede della Delegazione Romana:

IO, PRIGIONIERO IN RUSSIA

Io, prigioniero in Russia è il racconto di un reduce della Divisione Julia,divisione che si distingueva per il motto creato da Gabriele D’Annunzio ispirandosi ai nomi di alcune città abruzzesi: “D’Aquila Penne Ugne di Leonessa”, sul fronte russo, in quella che è stata definita “la campagna militare più sanguinosa della storia mondiale”. Nel corso di un’imponente offensiva sovietica cade prigioniero. Dal Campo di concentramento di Tambov, all’ospedale di Bravoja, fino ai campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhistan, è riassunta la sofferenza del giovane alpino abruzzese e di migliaia di altri prigionieri. Infine, dopo quasi quattro anni, il difficile ritorno a casa. Un’esperienza dolorosa e toccante che l’autore narra con efficacia e forza morale facendo diventare la sua storia quella di tanti e migliaia alpini che combatterono al suo fianco.

lunedì 10 maggio 2010

Novità editoriale

Riceviamo e pubblichiamo:

Con il suo libro Vincenzo Di Michele, basato sul diario del padre alpino sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale, ha consegnato alla memoria collettiva una pagina di storia . “Io, prigioniero in Russia”, - oltre 50.000 copie e vincitore di premi alla memoria storica e alla Cultura alpina - sarà in edicola dal 28 Aprile a tutto Maggio , in tutte le edicole di Mialno , saronno e zonale . Dal cuore della provincia abruzzese, ha inizio il viaggio del giovane alpino che nel 1942, unite le proprie sorti a quelle dell’Armir, attraversa l’Europa portandosi nella mente le promesse di gloria e il timore dell’ignoto, amplificato da una strana profezia che lo accompagnerà lungo tutta la vita.
Ed infatti, nel 1942, all’età di venti anni, un giovane ragazzo Abruzzese di Intermesoli frazione di Pietracamela (TE), piccolo Paese situato alle pendici del Gran Sasso, viene sradicato dalle sue terre e mandato a combattere in Russia a ridosso del Fiume Don.
Impiegato sul fronte di Prima Linea, si scontra immediatamente con la dura realtà di cruente e sofferte battaglie. A seguito di una imponente e travolgente offensiva Sovietica diventa loro prigioniero.
Trasferito ai Campi di concentramento, la prigionia mostrò da subito la sua crudele accoglienza con quelle spietate marce del Davai, dove riuscì a sopravvivere, grazie all’encomiabile senso di umanità delle mamme Russe che camminando insieme ai prigionieri, porgevano loro il cibo e da bere nonostante le imprecazioni dei figli in divisa della loro stessa Nazione.
Dal Campo di Concentramento di Tambov, all’Ospedale di Bravoja, fino ai Campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhstan, è riassunta la sofferenza di questo giovane Alpino e di migliaia di altri prigionieri.
Infine dopo quasi quattro anni, il sofferto ritorno a casa

Il testo sarà presto disponibile presso la sede della Delegazione Romana Fandazione Istituto Storico RSI