giovedì 10 febbraio 2011

10 Febbraio in ricordo degli italiani infoibati dai partigiani di Tito


10 FEBBRAIO: GLI ARDITI D’ITALIA CELEBRANO LA GIORNATA DEL RITORNO

Rivendicata l’italianità dell’Istria e della Dalmazia

di Lemmonio Boreo

Giovedì 10 febbraio 2011, mentre l’Italia ufficiale celebrava con il solito “scarto ridotto” la Giornata del Ricordo, il Reparto A.N.A.I. (Arditi d’Italia) di Nettunia, si è recato al Campo della Memoria di Nettuno, per rendere omaggio agli ultimi difensori dell’italianità di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia, in quello che – non a caso – è stato ribattezzato il Giorno del Ritorno.

«Noi dell’A.N.A.I. – ha dichiarato il Comandante Bruno Sacchi – intendiamo porre al centro di questa giornata non il “ricordo”, lo sterile vittimismo, i piagnucoli e le ipocrisie. Noi intendiamo porre all’ordine del giorno la soluzione definitiva della questione orientale italiana. Gli stessi che fino a qualche anno fa sono stati i complici della pulizia etnica slavo-comunista o, più semplicemente, l’hanno vigliaccamente ignorata, oggi li vediamo rendere omaggi di circostanza alle vittime del bolscevismo titino. Noi, eredi spirituali di quegli Arditi che riconquistarono alla Patria Trento e Trieste; noi, eredi spirituali di quei Legionari di D’Annunzio che marciarono su Fiume; noi, eredi spirituali degli ultimi difensori dell’Istria e della Dalmazia; noi, rivendichiamo l’italianità di quelle terre, come abbiamo sempre fatto.

Oggi, chi vuole “storicizzare” per non parlare più degli attuali problemi del confine orientale; chi vuole con una medaglietta comprarsi le simpatie degli esuli; chi vuole “superare” quel periodo per far piacere ai vicini Slavi; troverà di fronte noi dell’A.N.A.I. a inchiodarli alle loro precise responsabilità.

C’è chi ha chiesto il ritiro delle onorificenze che lo Stato italiano ha concesso ai partigiani slavi, in primis al Maresciallo Tito. Fermo restando la giusta denuncia di chi si è macchiato di crimini contro l’umanità sui quali, tra l’altro, ha costruito una dorata carriera cinquantennale, non si può “ritirare” a un defunto quello che si è dato in vita. Un morto non può essere al centro di questioni giuridiche. Anzi, chiediamo che sia dato maggiore risalto alla Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, rinforzata dal Gran Cordone, data dal Presidente Saragat al Maresciallo Tito, nel 1969. Nei secoli a venire, sia il segno tangibile del valore della democrazia italiana».

Lemmonio Boreo

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