
DA VENERDI 28 MAGGIO STORIA DEL NOVECENTO SARÀ DI NUOVO IN EDICOLA.
La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale nelle guerre italiane
Ad ogni nuovo abbonato, sarà fatto omaggio di uno dei volumi stampati dalla casa editrice MA.RO..
SALA DEI SIGILLI – FORTE SANGALLO
NETTUNO
La S.V. è invitata
sabato 29 maggio 2010 alle ore 18:00
alla presentazione del libro
LO SBARCO DI NETTUNIA E LA BATTAGlIA PER ROMA
22 GENNAIO –- 4 GIUGNO 1944
di Pietro Cappellari
Introdurrà Marco Silvestri con il brano “11 marzo 1944”
Interverranno:
Prof. Alberto Sulpizi – storico del territorio nettunese
Dott. Marcello Armocida – sociologo
Dott. Pietro Cappellari – ricercatore Fondazione della RSI
Organizzazione:
cell. 339.33.28.550
Gruppo Facebook: http://www.facebook.com/?sk=
Pag. 570 (formato 17x24) – Euro 30
NULLA SARA’ COME PRIMA
QUELLO CHE A SCUOLA I VOSTRI PROFESSORI NON VI HANNO MAI DETTO
QUELLO CHE I VOSTRI POLITICI HANNO SEMPRE NEGATO
Il giorno 25 aprile, come da dodici anni a questa parte, siamo andati ad onorare i nostri caduti sul fronte di Anzio Nettuno, alla cerimonia hanno partecipato circa 800 persone tra cui moltissimi giovani.
La cerimonia è iniziata con il corteo di labari e bandiere, accompagnati dalle note dell’inno della X^, e la deposizione di una corona del Sen. Giuseppe Ciarrapico ed un cuscino di fiori della Città di Anzio rappresentata dal sindaco Bruschini in fascia tricolore accompagnato dal Sen. Candido De Angelis.
Il Vice Presidente vicario dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS – RSI, Marò Amelio Boreani ha portato il saluto del Presidente Com. Ilariucci.
Dopo la S. Messa celebrata dal Cappellano dell’Ass. Campo della Memoria Don Fausto Buzi, della Fraternità San Pio X con rito latino, hanno preso la parola la Contessa Anna Teodorani, che ha ricordato commossa la figura e l’opera della nostra Raffaella Duelli, il Conte Fernando Crociani Baglioni con un partecipato intervento ha ripercorso i passaggi fondamentali della vita del Com. Bartolo Gallitto, tra la folla erano presenti i familiari dei fondatori del Campo.
Ha poi preso la parola Roberto Rosseti, vice direttore del Tg1, con un accorato discorso ha illuminato, attualizzandolo, il “nostro” 25 aprile, concludendo con un commosso saluto al padre, prigioniero non cooperatore e al milite della RSI, recentemente scomparso, Raimondo Vianello.
Ha concluso il Prof. Augusto Sinagra, consigliere della nostra Associazione, illustrando con la consueta arte oratoria l’attualità dei nostri ideali.
Numerosi erano i familiari dei combattenti della X, tra i quali Fiorella Cencetti, figlia del Comandante del Barbarigo e Claudio Tedeschi, figlio del Marò Mario del Barbarigo.
Conclusa con il rituale “Presente !” la cerimonia al Campo, ci siamo recati al Cippo di Campoverde, dove la figlia del milite Duino Colantoni ha ricordato la figura del padre che eresse il cippo nei primi anni 50, ha concluso Teodoro Buontempo ricordando l’imponente opera di bonifica dell’Agro Pontino teatro degli scontri contro l’invasore angloamericano.
ASSOCIAZIONE CAMPO DELLA MEMORIA
Alberto Indri
Daniele Lembo intervista il ricercatore di frontiera della Fondazione RSI
La curiosità ci ha spinto a recarci nello studio del Dott. Pietro Cappellari di Nettuno, ricercatore della Fondazione della RSI – Istituto Storico, che con i suoi lavori ha acceso un vivo dibattito storiografico sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, della Repubblica Sociale Italiana. Entriamo in una stanza con centinaia di libri e documenti accatastati come in un bunker, la scrivania dello studio sembra una postazione di lancio per i missili Shahab-3, sul tavolo una cartina militare di Fiume e dell’Istria, sempre aperta.
D.L.: Dopo il tuo ultimo libro, verrebbe da dire: ancora Cappellari?
P.C: Effettivamente, dopo l’uscita de “I Legionari di Nettu
nia”, molti ad Anzio e Nettuno avrebbero preferito che tacessi per sempre. Troppi miti erano stati sfatati in un colpo solo. Il sacrificio dei ragazzi di Nettunia per la Patria ha fatto arrossire non pochi che per decenni avevano occultato tutto ciò e vivevano di rendita sfruttando l’odio antifascista. Quando è uscito il mio nuovo studio, “Lo sbarco di Nettunia e la battaglia per Roma”, è come se avessero incassato un nuovo duro colpo. La disperazione si è trasformata in isteria.
D.L.: Quali sono le novità storiografiche che hai lanciato nel dibattito culturale con “Lo sbarco di Nettunia”?
P.C.: Essenzialmente la visione nazionale della storia in q
uestione. Abbiamo sempre assistito a un allineamento completo della cultura marxista o cattolica a una visione angloamericana dei fatti storici. In poche parole, si è assorbita come realtà storica di fatto la propaganda statunitense. Questo lavoro rifiuta questo “assorbimento”, ponendo al centro la ricerca scientifica e l’analisi dei documenti, senza badare al politicamente corretto, alla mitologia dei “liberatori”. Per me hanno contato solamente i fatti. Nessuna censura in omaggio agli Alleati. Questo lavoro riporta al centro della storia l’Italia, soprattutto quegli Italiani che non piegarono il capo, né salirono sul carro dei vincitori. Si tratta di una storia negata, che non è mai stata scritta. Ebbene, io ci ho provato.
D.L.: Uno studio di ben 570 pagine, un lavoro monumentale. Leggo dall’indice: “La fandonia di Angelita” e “Il martirio di Giulia Tartaglia”…
P.C.: Sì, una grande soddisfazione che ripaga di tanti sacrifici. Non esiste una ricerca sul campo sullo sbarco di Nettunia che abbia raggiunto tale “spessore”. Ho inquadrato le operazioni militari nei “giochi” della politica internazionale, arrivando a porre i riflettori anche su episodi di cronaca locale sfruttati dalla propaganda antifascista e anti-italiana o occultati in omaggio ai “liberatori”. Angelita
e Tartaglia sono due storie simbolo. La prima, che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro, non è mai esistita e rappresenta la caratteristica più evidente della vulgata: la falsità. La seconda, purtroppo, è esistita veramente e su di lei è scesa una cappa di silenzio e di omertà che disgusta. Tartaglia, infatti, venne stuprata e sventrata con un coltellaccio da un soldato afroamericano. La sua storia venne sepolta insieme a lei, perché nella costruzione del mito dei “liberatori”, di questo episodio – come di tanti altri – non si doveva assolutamente parlare.
D.L.: Della Resistenza, cosa ci dici?
P.C.: Ho evidenziato l’assenza della Resistenza nelle province di Roma, Littoria e Frosinone e analizzato alla luce dei documenti i “legittimi atti di guerra” che si verificarono nella Capitale a opera dei GAP in concomitanza con le operazioni di sbarco. Anche in questo caso si è cercato di riportare il tutto alla realtà dei fatti, smentendo i dati che parlano delle “pesanti perdite” inflitte ai Germanici e dando un volto e un nome ai fascisti – quasi tutti giovani volontari di guerra – o ai civili caduti durante gli attentati dei comunisti, di cui uno anche in una sede dell’Opera Nazionale Balilla dove erano in coda per prendere un sussidio vedove e orfani di guerra…
D.L.: Quali sono le “scoperte” che hanno destato l’interesse degli studiosi?
P.C.: Beh, diciamo, il libro è tutta una scoperta. Pagina dopo pagina, il lettore è messo in discussione, anche duramente, viene coinvolto in prima persona. 570 pagine di intensa riflessione su una storia mai scritta. Tuttavia, tra i numerosi episodi che una certa storiografia ha occultato, particolare interesse hanno provocato in
me due fatti: la sconfitta dei Rangers a Cisterna di Littoria del 30 gennaio ’44 e la straordinaria esperienza dei cecchini fascisti romani. Infatti, per decenni si è voluto far credere che i Rangers avevano combattuto una delle più epiche battaglie della storia, sacrificandosi tutti sul campo, mitra nelle mani. La realtà è che, subito circondati, deposero tutti le armi, una resa di massa – questa sì – unica nella storia. Anche gli Ufficiali statunitensi, che erano stati incitati a sparare sui propri uomini per non farli arrendere, gettarono le armi. Il secondo fatto di una novità clamorosa riguarda l’epopea dei cecchini fascisti romani che per tre giorni, dal 4 al 6 giugno 1944, diedero filo da torcere alle truppe americane che stavano occupando la Capitale. Anche questa è una storia che non è mai stata scritta e sono orgoglioso di essere stato il primo a raccontarla.
D.L.: Noto una importante “appendice” al libro…
P.C.: Certamente, ho curato anche degli aspetti correlati al
lo sbarco di Nettunia, come
la storia del Campo della Memoria – che raccoglie i resti di quei giovani italiani che combatterono su queste terre – o la storia degli incidenti di Nettuno del 28 maggio 1989, quando – fatto unico nella storia d’Europa – il corteo presidenziale americano venne interrotto da una manifestazione di neofascisti. Si tratta della prima ricostruzione di quell’evento e molto interessante è andare a rileggere cosa scrisse, ad esempio, Gianni Alemanno – oggi Sindaco di Roma – all’indomani di quegli incidenti…
D.L.: Sei un “dissacratore”, hai demolito dalle fondamenta il mito dei “liberatori”. Cosa c’è d’aspettarsi in futuro?
P.C.: Sì, esatto. Bisogna sempre guardare con sospetto chi “sacralizza” un fatto storico. E’ come se volesse impacchettarlo, nasconderlo alla vista di tutti, “venderlo” per garantirsi una rendita a cui non ha diritto. Tutto coloro che parlano di “liberatori”, politicizzano la storia,
impacchettandola secondo la propria visione del mondo. Qualcosa di scorretto che, purtroppo, è entrato anche nelle scuole. Quanti giovani escono plagiati da storielle raccontate da chi ha un interesse politico a dividere i contendenti di un conflitto mondiale in “bene assoluto” e “male assoluto”? Con i miei lavori ho prima dimostrato che la Repubblica Sociale Italiana fu uno Stato che attirò il fior fiore della gioventù di Anzio e Nettuno, poi ho demolito il mito dello sbarco alleato in delle città che di quel mito si sono alimentate per decenni, adesso…
D.L.: Adesso?
P.C.: Il colpo finale. Chiuderò i conti con la propaganda antifascista e anti-italiana. A settembre uscirà un mio nuovo libro sulla storia del Comune di Nettunia. Ricostruirò nei dettagli cosa avvenne dopo l’8 settembre 1943 ad Anzio e Nettuno e i locali antifascisti scopriranno che per sessant’anni hanno portat
o dei fiori… alle Camicie Nere!
D.L.: Bene, ci sarà da ridere!
P.C.: O da piangere… dipende dai punti di vista!
Daniele Lembo
Tra i massimi esperti delle questioni istriane, a Papo de Montona ci lega il suo esempio e la sua passione nel lavoro svolto, che noi di Raido abbiamo potuto apprezzare personalmente nelle collaborazioni e nelle attività svolte insieme in questi anni.
Il nostro pensiero lo accompagna da Roma alla bella Montona, che oggi sorride aspettando il suo ritorno…
Riceviamo e pubblichiamo:
Nel tradizionale “giorno del guerriero” l’omaggio al Campo della Memoria
Domenica 9 maggio 2010, una delegazione de La Destra guidata dal Cav. Uff. Maurizio Brugiatelli, Fiorella Cencetti – figlia di un eroico Ufficiale della Decima MAS – e Sandro Zotti, si è recata al Campo della Memoria di Nettuno nella ricorrenza del “giorno del guerriero”, una ricorrenza che tende ad esaltare il sacrificio per la Patria offerto dai combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Il giorno non è stato scelto a caso: 9 maggio. E’ un periodo che racchiude date importanti: il 2 maggio 1945, la fine della guerra in Italia; l’8 maggio 1945, la fine del conflitto in Europa e, non ultimo, il 9 maggio 1936, la proclamazione dell’Impero.
La delegazione ha scelto proprio questo giorno, al di fuori delle date canoniche, quelle di massa per intenderci, per “stringersi” intorno all’albero di ciliegio piantato proprio l’anno scorso su iniziativa della Fondazione della RSI – Istituto Storico di Terranuova Bracciolini (AR).
Il ciliegio, secondo la tradizione orientale, è l’albero sacro ai guerrieri samurai. E proprio qui ha trovato dimora un piccolo arbusto di ciliegio, nel campo che ricorda gli ultimi guerrieri italiani: quelli della Repubblica Sociale Italiana.
Altri ne saranno piantati nei mesi futuri, in ogni luogo ove riposa un combattente della RSI. Un modo per rivendicare il sacrificio mistico dei soldati dell’onore. In progetto il coinvolgimento delle scuole, per sottrarre gli alunni ai periodi plagi che vengono imposti da una casta di professori, generata dal ’68 e dalla teoria dell’egemonia culturale di Gramsci, a cui deve essere data una risposta culturale e nazionale.
Brugiatelli, dopo il canonico minuto di raccoglimento, ha ricordato «che in Italia ci sono ancora persone che parlano di odio. L’odio antifascista. La disperazione di questi ultimi sopravvissuti di un’epoca scomparsa si è ormai trasformata in vero e proprio delirio. Ciò ci rattrista. In questo campo, invece, dove regna la pace e la serenità, noi veniamo per stringerci insieme a chi ci ha preceduto sulla strada dell’onore. Qui vive l’amore per la nostra terra, la Patria, che mai nessuno potrà cancellare in nome di astratti principi in cui neanche loro credono. Un giorno ci sarà ancora bisogno di anime pure, che nel disinteresse più totale faranno la “riconquista”. Quel giorno vedremo il tricolore italiano innalzarsi sopra le macerie di un’Italia distrutta e vilipesa da una classe politica corrotta e corruttrice. Quel giorno, saremo noi a fare quadrato intorno alla bandiera della rinata Nazione italiana».
Al termine del breve incontro, Bruno Sacchi ha letto una poesia di Gabriele d’Annunzio, il poeta-armato, commuovendo i presenti con le dolci parole che rivendicavano l’italianità dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume, terre irredente, dove un giorno tornerà sventolare il tricolore. Quel giorno, liberata la storia dalle infami falsità della vulgata antifascista e anti-italiana, ci ritroveremo uniti in un sol popolo. Senza più odio, senza più fazioni.
Pietro Cappellari
Ricercatore della Fondazione RSI
Riceviamo e pubblichiamo:
Nella Ricorrenza del 65° anniversario dell’eccidio di Rovetta, sabato 22 e domenica 23 Maggio 2009 avrà luogo in Rovetta il XVIII Raduno Nazionale del Gruppo Reduci della 1^ Legione “M” Tagliamento, come segue:
Sabato 22 Maggio, ore 10
Incontro d’apertura presso l’Hotel “la Bussola” Viale Brescia 14 - Clusone (Bg) con il seguente programma:
- Presentazione del Raduno
- Assegnazione del premio della 5^ edizione del Riconoscimento Nazionale di Merito per Operati a favore dei Caduti della R.S.I.- Comunità Ideale
Interverranno :
Gianni Rebaudengo : Saluto del Presidente del Raggruppamento Naz. Reduci della R.S.I.
Stelvio Dal Piaz : Rovetta nella costellazione della Continuità Ideale
Giovanni Zanoletti : ricordo personale dei Caduti di Rovetta
Carlo Viale : Il valore della giusta Memoria
Maurizio Canosci : assegnazione Riconoscimento Nazionale 5^ edizione riconoscimento Nazionale di Merito per Operati a favore dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana
Sabato 22 Maggio, ore 16,30
Riunione commemorativa dei Caduti di Lovere, a Lovere, in riva al lago d’Iseo
Domenica 23 Maggio, ore 10,30
Celebrazione presso la Cappella del Cimitero di Rovetta di una Santa Messa in suffragio dei quarantatre Legionari Caduti
ANDRISANO Fernando, anni 22
AVERSA Antonio, anni 19
BALSAMO Vincenzo, anni 17
BANCI Carlo, anni 15
BETTINESCHI Fiorino, anni 18
BULGARELLI Alfredo, anni 18
CARSANIGA Bartolomeo Valerio, anni 21
CAVAGNA Carlo, anni 19
CRISTINI Fernando anni 21
DELL'ARMI Silvano, anni 16
DILSENI Bruno, anni 20
FERLAN Romano, anni 18
FONTANA Antonio, anni 20
FONTANA Vincenzo, anni 18
FORESTI Giuseppe, anni 18
FRAIA Bruno, anni 19
GALLOZZI Ferruccio, anni 19
GAROFALO Francesco, anni 19
GERRA Giovanni, anni 18
GIORGI Mario, anni 16
GRIPPAUDO Balilla, anni 20
LAGNA Franco, anni 17
MARINO Enrico, anni 20
MANCINI Giuseppe, anni 20
MARTINELLI Giovanni, anni 20
PANZANELLI Roberto, anni 22
PENNACCHIO Stefano, anni 18
PIELUCCI Mario, anni 17
PIOVATICCI Guido, anni 17
PIZZITUTTI Alfredo, anni 17
PORCARELLI Alvaro, anni 20
RAMPINI Vittorio, anni 19
RANDI Giuseppe, anni 18
RANDI Mario, anni 16
RASI Sergio, anni 17
SOLARI Ettore, anni 20
TAFFORELLI Bruno, anni 21
TERRANERA Italo, anni 19
UCCELLINI Pietro, anni 19
UMENA Luigi, anni 20
VILLA Carlo, anni 19
ZARELLI Aldo, anni 21
ZOLLI Franco, anni 16
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